A cura di Tommaso Francavilla

 

Wannà City (Barletta) è invitante come una trincea: mancanza di infrastrutture, strade dissestate, viabilità folle.  In questo caos, qualcuno vaneggia di turismo o bonifica di canaloni; i classici argomenti da tirare fuori per finalità elettorali, per fare il pieno di voti. Turismo senza infrastrutture è una contraddizione folle.

Tra le grandi opere che potrebbero migliorare la viabilità, ma lasciate morire ottusamente, ci sono i cantieri dei nuovi sottovia di via Einaudi/via Fracanzano  (che sopprimerà il passaggio a livello di via Milano), i progetti dei sottovia di via Andria e via Vittorio Veneto, per un costo di 12 milioni di euro, soldi pubblici interamente versati dalle Ferrovie dello Stato, che permetterebbero un miglioramento della viabilità.

Nel progetto è prevista anche la costruzione di un nuovo sottovia pedonale, che dovrebbe vedere la luce in via Daniele Manin,  a  circa 250 metri dal già esistente sottovia carrabile di via Imbriani, una trappola senza scarichi per le acque meteoriche e senza un sistema adeguato che lo renda usufruibile per i portatori di handicap.

Piuttosto che costruire il nuovo sottovia pedonale in via Manin – dato che il costruendo sottovia di via Einaudi sarà sia carrabile che pedonale –  sarebbe utile affidare il restauro e il recupero del sottovia di via Imbriani  all’impresa costruttrice  dei nuovi sottovia carrabili, si risparmierebbero  “lunghi tempi di attesa” dovuti a questioni legali tra il Comune di Barletta e pseudo- proprietari del suolo, dove si dovrebbe realizzare il sottovia pedonale di via Manin.

Tra l’altro, il nuovo sottovia pedonale da realizzare, si porrebbe ad una distanza di 250 metri sia da quello carrabile e pedonale di via Einaudi e sia dall’esistente pedonale di via Imbriani. La stessa impresa costruttrice ha inoltrato la proposta, puntualmente caduta nel vuoto