Ultimi appelli al voto per esprimere il proprio consenso o dissenso alla riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi, su cui gli elettori sono chiamati a esprimersi domenica prossima, facendo seguito a una campagna referendaria piuttosto accesa nei toni; domani scatterà il silenzio elettorale, e poi la scelta. L’importanza di recarsi alle urne è ribadita da entrambi gli schieramenti poiché tale referendum non prevede il raggiungimento di un quorum (50% +1), vista appunto la sua natura costituzionale.

Francesco Messina
Francesco Messina

Ieri sera, presso la sala consiliare al primo piano del teatro Curci di Barletta, si è svolto un incontro promosso dal Comitato per il No “Piero Calamandrei” alla presenza di due magistrati, Francesco Messina, del Tribunale di Trani, e Valentino Lenoci della Corte di Appello di Bari. L’incontro è stato introdotto dal dott. Antonio Matera, referente del Comitato, e dall’intervento dell’avv. Raffaele Fiore, già sindaco di Barletta. Un utile dibattito dettato da interlocutori dalla più specifica sensibilità giuridica che meglio hanno potuto spiegare i tecnicismi che spingerebbero alla bocciatura di questa riforma. Per gli illustri relatori il rischio del momento è di darci una Costituzione che non tenga conto del patto di convivenza sociale tra i cittadini, determinando una spaccatura gravissima: «La Costituzione dei padri costituenti, realizzata con la condivisione d’ideali molto diversi tra loro nel 1948, rischia di diventare la Costituzione di una piccola parte degli italiani». Si è a lungo discusso sulla opportunità di un Parlamento eletto da una legge elettorale dichiarata illegittima costituzionalmente (Porcellum) di procedere a una riforma di tipo costituzionale, andando a cambiarne addirittura 47 articoli, appartenenti alla Seconda parte, ma che, secondo i relatori, necessariamente va a coinvolgere i Principi espressi nella Prima parte. Di accentramento di poteri nelle mani del premier, aggravata dal famigerato combinato disposto con la legge elettorale detta Italicum; il ruolo del Presidente della Repubblica verrebbe praticamente svuotato da questa riforma, visto il grande potere concentrato nel Governo. Una riforma costituzionale di tale portata necessita di un elemento essenziale che è il coinvolgimento e la consapevolezza dei cittadini, cosa non realizzata.15311454_10209894330448330_1043828000_o

Sono intervenuti anche, per il dibattito successivo, alcuni cittadini presenti. Molti i termini su cui si vorrebbe continuare a indagare per conoscere meglio il senso riformistico, ma il tempo pare scaduto. Oggi gli ultimi incontri per il Si e per il No, poi l’esito referendario.