Non so se il senso referendario sia riuscito a prevalere: quanti di coloro che hanno scelto il No o il Si a questo referendum costituzionale lo hanno fatto in base al reale quesito e alla reale proposta di riforma. Certamente il valore politico sottostante la scelta ha fatto da padrone anche nelle conseguenze. Matteo Renzi ha già annunciato le dimissioni del Governo in carica, ma era stato ipotizzato dall’inizio da tutti, lui per primo. Il rappresentante degli sconfitti è stato subito chiaro e semplice chi fosse, invece la vittoria ha tanti padroni. Ma a ben guardare, chi ha capitalizzato un importante risultato in questa tornata referendaria, ci sono i partiti o movimenti di destra: da Berlusconi in poi. Salvini ottiene importanti risultati; certamente anche il Movimento 5 Stelle, ottenendo ciò che si erano prefissi cioè le dimissioni di Renzi. Non sappiamo se la Sinistra, dentro e fuori il PD, saprà capitalizzare il risultato, ma la storia recente e il panorama politico mondiale ci danno qualche dubbio a riguardo.

Per quanto riguarda la città di Barletta il risultato finale di questo referendum ha superato la media nazionale per il consenso dei No alla riforma costituzionale con la percentuale del 66,44% (31.382 voti) a fronte del 33.56% del SI (15.852 voti), anche se il dato sull’affluenza è leggermente inferiore con il 63,32% degli aventi diritto. Nasce spontaneo il paragone con l’affluenza al referendum del 17 aprile, per cui non si raggiunse il quorum previsto a livello nazionale, del 40% nella città della Disfida. È chiaro che il significato politico questa volta ha prevalso, ponendo in secondo piano le motivazioni reali. Tuttavia, bisogna dire che a Barletta la campagna referendaria si è svolta globalmente in maniera funzionale al senso di questo referendum che voleva cambiare la Costituzione del 1948 in maniera sostanziale. I dibattiti sono stati molti, questa testata giornalistica ha avuto modo di seguirne la maggior parte tenendo informati i lettori costantemente, cercando, nell’equilibrio delle parti, di rappresentare al meglio il valore fondante di un referendum: far conoscere un argomento lontano dalla quotidianità, ma fondamentale per tutti. Abbiamo anche realizzato un piccolo dibattito televisivo, andato in onda sulla piattaforma di news24.city proprio in quest’ottica. Ci siamo incontrati con i rappresentanti dei diversi Comitati, a cui dobbiamo dar plauso per l’impegno gratuito ed incoraggiante profuso. Abbiamo incontrato un PD barlettano, che come raccontato, ha combattuto con armi impari e senza guide, vista l’assenza in campagna referendaria degli esponenti locali, o di molti di loro, l’assenza di segretari cittadini e provinciali, il sostegno per il No del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, già Segretario regionale del Partito Democratico. Abbiamo incontrato l’impegno del fronte del No, variegato politicamente al proprio interno. Ha colpito l’impegno della cosiddetta società civile, soprattutto per il fronte del No fatta di professionisti ed ex politici della nostra città, offrendoci lo spunto per poter ben sperare nel futuro nel loro contributo così appassionato per affrontare e tentare di risolvere questioni che incombono sulla nostra città.

Nulla è cambiato poiché tecnicamente è stata bocciata una proposta di riforma, ma politicamente tutto cambia, speriamo in meglio.