Un solo fine settimana per riflettere. Dopo soli tre giorni dall’ultima seduta, scioltasi per l’assenza del numero legale, è tornato a riunirsi il Consiglio comunale ieri pomeriggio presso la Sala consiliare al primo piano del teatro Curci. È iniziato con un’ora e venti minuti di ritardo, con 21 presenti. La consigliera Desario, di Area Popolare e quindi di maggioranza, ha aperto il vaso di Pandora, proponendo le dimissioni di tutta la Giunta, individuando personalità di elevato profilo per giungere al termine della consigliatura altrimenti dimissioni del Sindaco. Subito il consigliere Damiani (Forza Italia), partendo dalla triste prova di sfiducia della scorsa seduta consiliare, ha chiesto a gran voce le dimissioni del Sindaco, respingendo al mittente i consueti inviti alla “responsabilità politica” con cui Cascella cerca ogni volta di racimolare i voti necessari dell’Assemblea; dello stesso avviso il consigliere Doronzo (Sinistra Unita), invocando un ripristino della “morale politica” da parte di questa maggioranza e da Cascella «maestro dei ribaltoni», non lesinando critiche al Partito Democratico «latitante». Il consigliere Cannito (PSI) ha spiegato che i socialisti, già citati in altri interventi, hanno partecipato a varie riunioni con l’attuale maggioranza perché si ha l’intenzione di costruire una coalizione in vista dell’esperienza elettorale successiva alla consigliatura Cascella, per cui, tuttavia, ribadiscono la loro appartenenza all’attuale opposizione: «Non siamo mai stati adusi ad inciuci politici, abbiamo sempre chiarito le nostre posizioni – e ancora – L’errore originale è stato che la politica barlettana ha accettato una candidatura decisa da Roma: oggi dobbiamo necessariamente guardare al domani, mettendo da parte le divergenze per il futuro della città», insistendo a lanciare delle Primarie per scegliere il futuro candidato sindaco per la coalizione di centro-sinistra; la consigliera Campese (Sinistra Unita) ha ripercorso l’iter che ha portato due consiglieri, lei e Doronzo, ad uscire dalla maggioranza, da cui sarebbero stati «estromessi» dallo stesso Sindaco nel febbraio scorso, la consigliera Damato (Partito Democratico) ha invitato la consigliera Desario ad ufficializzare la propria uscita dalla maggioranza del gruppo cui fa riferimento, che gode di rappresentanza anche all’interno della Giunta. «Questo sindaco non si fa cacciare al di fuori delle regole democratiche» ha replicato Pasquale Cascella, aprendo con il suo discorso un’accesa polemica intrattenuta con la consigliera Campese. Una discussione politica, finalmente, ha visto l’intervento di molti consiglieri, con una durata di quasi due ore. Ribadito insomma il discorso del cerino: da una parte l’opposizione che non ha i numeri per richiedere una mozione di sfiducia ufficiale, dall’altra il PD non vuole assumersi la responsabilità di far cadere il Sindaco, come chiarito dal consigliere Caracciolo, dall’altra ancora Cascella vuole essere sfiduciato però dal Consiglio comunale.

È stato introdotto dall’assessore alla Bilancio, Vittorio Pansini, il primo punto all’ordine del giorno (“Alienazione ex mattatoio. Acquisizione particella catastale 566 del Fg. 90 (successivamente frazionata nelle P.lle 2975, 2974 del foglio 90) con procedura sanante ex art. 42-bis DPR n°327/2001”), interrogando tecnicamente la dirigente comunale al Settore. Gli interventi dei vari consiglieri sull’argomento hanno coinvolto il tema del servizio comunale veterinario, attualmente lì allocato, per cui è stata garantita la presenza già di un progetto esecutivo dall’assessore alle Manutenzioni, Maria Antonietta Dimatteo, per sistemarlo altrove. Con 27 voti favorevoli, all’unanimità dei presenti, il provvedimento è stato approvato. Su proposta del consigliere Dicataldo (Buona Politica) i punti all’ordine del giorno 2-3-4-5 (riguardanti una deliberazione della Corte dei Conti, il regolamento del sistema dei controlli interni, l’approvazione del regolamento di contabilità, il Bilancio consolidato per l’esercizio del 2015) sono stati rinviati ad un successivo Consiglio per consentire alle Commissioni consiliari interessate di approfondire gli argomenti. Gli altri punti riguardavano il riconoscimento di debiti fuori bilancio, così, come di consueto, le opposizioni durante le dichiarazioni di voto hanno dichiarato di abbandonare l’aula. Solo 16 i consiglieri presenti alla votazione, ma non sufficienti perché durante la prima convocazione per deliberare il Consiglio comunale ha bisogno di 17 voti; così anche per i successivi punti, l’Assemblea si è sciolta. Ennesima dimostrazione che non esiste una maggioranza autosufficiente.