“È colpa del sindaco”. “L’amministrazione dorme”. “E noi paghiamo”. Il mantra, spesso ribadito sui social e ascoltato nei bar, è quello di buona parte dei cittadini di Barletta. Spesso, inutile girarci intorno, a ragione: la Città della Disfida in questo momento ha ancora tante sfide da vincere. E alcune appaiono addirittura perse in partenza. Quando però ci si imbatte in uno “spettacolo” come quello offerto da alcune menti vacue, colme di inciviltà come quello al quale assistiamo camminando in un pomeriggio di metà febbraio in via Mura del Carmine, a pochi passi dal centro storico, non vi è disservizio pubblico che tenga. L’unico “colpevole” identificabile è un diffuso masochismo, serpeggiante ai piedi di Eraclio e dintorni.

Una palizzata separa la visuale dei passanti dalle distese-spesso incolte se non abbandonate-di erba e l’orizzonte che si estende su diverse miglia di mare, abbracciando il lungomare di Ponente intitolato a Pietro Mennea, dal porto fino al Pantaniello. Una visione dal sapore romantico, con il sole che si appresta a tramontare: a destarci dalla realtà è però il nauseabondo odore percepibile nell’aria. Spostiamo il naso oltre la palizzata ed eccoci davanti a una installazione contemporanea di miseria umana: sacchi di rifiuti accatastati, a volte addirittura senza il “garbo” di chiuderli, e contenenti ogni tipo di abbandono. Speri che si tratti di uno scherzo di Carnevale, ma a servire con urgenza è solo una maschera, o meglio una mascherina per l’ossigeno. Poi guardi il calendario: è venerdì 17, il giorno prediletto dalla sfortuna. E dai titolisti dei film horror: qui sarebbero quanto mai in tema…

Altro che raccolta differenziata, qui a fare la differenza-in negativo-è il conferimento. Non sappiamo se addebitabile ai residenti o agli esercenti della zona, che ospita diverse attività commerciali come bar e ristoranti. Di fatto c’è solo da arrossire: e cercare di spiegare a Paolo e Claudia, due giovani sposi di stanza a Milano di rientro a Barletta per il weekend, che assistono desolati alla scena, che Barletta non è solo questo. Però è anche questo, e nascondere la polvere sotto il tappeto-come gettare i rifiuti al di là di una palizzata alta due metri, non serve a farla crescere. Anzi: e questa volta, invece di urlare indignati “l’amministrazione che fa?”, occorre chiedersi “ma i cittadini dove sono?”.