Noemi Salvemini, in arte “La Nena”, è una giovane cantante barlettana che parteciperà al secondo volume di Women in Black, un progetto nazionale ed internazionale, aperto a giovani cantanti emergenti. Noemi studia musica da più di 12 anni e in questa passione ci mette tutta se stessa. La sua voce è profonda, rotondeggiante e decisa, ha un impronta che si fa amare sin dalle prime note, denotate da un trasporto degno delle migliori cantanti del panorama internazionale. Ma Noemi è nata a Barletta ed è partendo da qui, dalla sua città, che coltiva questa professione che nasce da un sogno. Un sogno che le auguriamo quanto prima di realizzare, con tutte le sue sfumature.

 

Women in Black Vol. 2 è un progetto creato da Alessandra Margiotta, ovvero una compilation che seleziona le migliori cantanti italiane emergenti che fanno black music. Come hai deciso di parteciparvi?

«Ho deciso di parteciparvi perché mi entusiasmava il progetto: siamo tante ragazze da tutta Italia e non solo, visto che ci saranno altri artisti emergenti provenienti da altre nazioni. È un modo per unire la passione di tutti, ovvero la musica, per confrontarci, per conoscere nuove persone. Credo che nella scena della black music italiana emergente, Alessandra Margiotta, la curatrice del progetto, sia una garanzia, la vedo come una zia che si prende cura di tutte noi.»

La black music: cosa rappresenta per te e cosa rappresenta nel panorama musicale attuale?

«La black music per me rappresenta la libertà di espressione, dove non ci sono regole, ma è tutta una questione di anima e ritmo. Per me ogni sottogenere della black music rappresenta uno stato d’animo. Ad esempio se sono giù di corda o arrabbiata canto blues, se sono serena canto soul, se sono allegra canto reggae. Lo stesso vale per tutti gli altri generi. Purtroppo nel panorama musicale italiano attuale, talent, radio o altro, la black music non ha tanto spazio. Quello che ascoltiamo in Italia è lontano anni luce dalla black music. A livello internazionale invece possiamo dire che la black music resta una costante, c’è molta scelta e moltissima offerta. Qui purtroppo rappresenta ancora un genere di nicchia»

Cosa consiglieresti ad altre giovani donne come te che desiderino farsi strada nel mondo della musica?

«Consiglierei alle giovani donne di muoversi in fretta, non perdere tempo, senza cullarsi del fatto di essere giovani e di avere tempo. Gli anni passano e più si è giovani più si ha possibilità di riuscire. Un altro consiglio fondamentale è sicuramente quello di scegliere bene chi affiancarsi, partendo dai musicisti ai promoter, sia tutti quelli che promettono di farti diventare una stella. Ho visto tanta gente fidarsi di chi illudeva soltanto. È importante puntare molto sugli insegnanti, è necessario che un insegnante di canto abbia delle competenze, onde evitare che si creino danni fondamentali ad esempio alle corde vocali che rappresentano il “nostro strumento”. Bisogna studiare moltissimo, bisogna saper usare il diaframma, io studio da 12 anni e non ho ancora smesso, anzi, ho appena iniziato per me. Il canto è una cosa seria.»

Ci sono dei miti che ti hanno ispirato nel tuo percorso?

«Ce ne sono parecchi, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, Lauryn Hill sicuramente, Erykah Badu, Etta James, Aretha Franklin, Billie Holiday, Bob Marley. Ogni artista mi ha lasciato qualcosa nel cuore, poi ovviamente da tutto ciò che ascolti e vedi devi crearti una personale identità.»

Sei tra le pochissime giovani donne barlettane che coltivano la musica non solo come hobby ma anche a livello professionale. Come ti vedi nel tuo domani?

«Nel mio domani mi vedo ancora a fare musica perché ho scelto di fare questo nella mia vita, nel mio percorso di studi universitario. Che io riempia gli stadi o che stia ad insegnare in una scuola di musica sarò felice perché bisogna fare quello che si ama. Nel momento in cui fai ciò che ami è come se non lavorassi mai. Nel mio futuro mi vedo in giro per il mondo, perché la musica ti fa viaggiare e spero di poter unire le mie due grandi passioni viaggiando e facendo musica. Anche se non riuscirò ad arrivare alla vetta mi caricherò i miei strumenti in spalla e andrò avanti con questa passione.»