Barletta è una città ricca di fascino, segreti e curiosità, tanto che sono sempre più coloro che dall’estero giungono nella Città della Disfida per visitarla. Basta guardarsi intorno con occhi pronti ad esplorare, per capire che questa città ha visto sorgere moltissimi giorni, addormentandosi beata tra le braccia possenti della sua storia ogni notte. Tra le numerose leggende e storie che aleggiano intorno al mito di questa “non tanto piccola” città dell’antica Apulia, quella dello stemma cittadino è una delle più affascinanti ed intricate.

Quattro linee rosse, stagliate su di uno sfondo bianco, sormontate da una corona dorata, ornate da due rami, uno di quercia e l’altro d’alloro, annodati tra loro da un nastro con i colori italiani, sono il simbolo barlettano per eccellenza. Ma l’origine di questo stemma barlettano ha dato vita e ridato luce ad antichissimi racconti. Una delle più accreditate leggende popolari, narra che nel 1093, durante un assalto dei Saraceni, Roberto, signore della città di Barletta, combattè valorosamente contro le truppe avversarie, uccidendo con la sua forza il capo degli invasori. Al suo rientro in città, ancora tutto insanguinato, ripulì una delle sue mani sullo stipite della porta che proteggeva le mura di Barletta, lasciando così l’indelebile segno delle quattro strisce rosso vermiglio, in seguito, e proprio per questo, divenute emblema della città. Quando Barletta ricevette la dichiarazione ufficiale di città, da parte di Ruggiero il Normanno, all’arma civica fu concesso lo stemma coronato, al quale il re Ferrante d’Aragona, nel 1473, fece aggiungere le due lettere F. B. ovvero Fidelis Baroli, indicanti una “Fedelissima Barletta”, vista la fedeltà dimostrata dalla città al suo regno.

Andando a ritroso nella storia barlettana, ci sono quasi sempre, alla base delle tradizioni, delle origini cavalleresche, o gesti incredibilmente eroici che simboleggiano l’intero spirito di una città sempre pronta a combattere e difendersi, difendendo al tempo stesso l’onore dei suoi cittadini. Ancora oggi oggetto di studi storici, lo stemma di Barletta, pare provenga da un vero e proprio miscuglio di romanzi e leggende, che hanno dato vita alla più accreditata storia sulle dita insanguinate impresse sulla porta della città, collocata all’epoca nei pressi dell’attuale villa Bonelli.

Altre ipotesi riconducono il colore bianco dello stemma alla religione cristiana professata in città, alla base della cultura aragonese, dove il rosso starebbe a simboleggiare il sangue, ovvero il sacrificio che ogni cittadino sarebbe disposto a compiere per difendere la propria città.