«Su sollecitazione di Don Nardino Doronzo e del sig. Antonio Corsini, responsabile della Chiesa, mi sono recato all’interno della struttura di San Pasquale, già Santa Maria della Vittoria, al fine di verificare lo stato dei luoghi dell’ex anagrafe comunale che, a loro dire, era in uno stato pietoso e gravemente degradato oltre che pericoloso». A scrivere è l’avvocato Michele Cianci, presidente del Comitato Operazione Aria Pulita.

«Sono giunto, attraverso un ingresso interno alla chiesa, nel chiostro di quello che è stato – spiega Cianci – prima un monastero di prestigio fondato da alcune suore francescane nel lontano 1500, luogo di culto, eretto in onore della Santa Vergine che era intervenuta in favore dei cristiani favorendo la loro vittoria, nella battaglia navale di Lepanto, contro i turchi; successivamente, nel XVIII sec. la necessità di ampliare il monastero fu la causa di una lunga controversia con i Gesuiti tanto che nel 1728 quaranta clarisse, determinate, risistemarono il chiostro e istituirono uno collegio universitario di religione; soppresso nuovamente nel 1860, il complesso ha subito varie sorti. Il monastero, in particolare, fu adibito prima a sede della Guardia Nazionale, poi ad asilo infantile e successivamente impiegato come caserma, fino a divenire l’anagrafe barlettana, dove ciascun cittadino si è recato, almeno una volta, fino a qualche anno fa, per gli adempimenti burocratici». La denuncia è accompagnata dalle immagini: «Ebbene, questo glorioso immobile, in pieno centro, ricco di storia e di bellissima fattura, adiacente al palazzo Della Marra, vicino al Monte di Pietà ed alla Prefettura, utilizzabile anche per fini sociali e di proprietà del comune di Barletta, oltre ad essere visibilmente pericolante, è diventato una discarica a cielo aperto, ricettacolo di escrementi di piccioni, di ratti e di carogne di animali, peggio di quello che avrei potuto immaginare, dopo le segnalazioni ricevute.È semplicemente vergognoso che le precedenti amministrazioni abbiano trascurato un bene cittadino di tale fattura, lasciandolo all’incuria più assoluta. Gli scatti fotografici, che allego, dimostrano come è ridotto l’ex monastero che, nei secoli, ha resistito a terremoti e a ben due conflitti mondiali. Di questo passo, però, non resisterà all’incuria dell’uomo.  Pertanto – conclude la nota – chiediamo a gran voce a questa amministrazione ed al Sindaco Dott. Cannito, che si sta dimostrando particolarmente sensibile ai beni pubblici e agli spazi da concedere ai cittadini, di intervenire immediatamente, in primis per la messa in sicurezza dell’immobile, gravemente danneggiato anche dagli escrementi dei colombi e successivamente, di programmare un intervento, con fondi europei ovvero anche da parte di privati per utilizzare al meglio una struttura storica e ricettiva di tale fattura.  Restiamo in attesa!».