Incontriamo l’assessore alla Cultura, Michele Ciniero, nominato nella Giunta Cannito come rappresentante della lista civica “Iniziativa Democratica”, che conta due consiglieri comunali. Questi è stato tra i due nomi scelti a settembre, ponendo fine alla crisi politica nella maggioranza del Sindaco.

Dal suo punto di vista, qual è la situazione culturale a Barletta?

«L’humus c’è: il cittadino barlettano conosce quello che la città gli mette a disposizione con il suo patrimonio storico e i luoghi per la cultura. Ricordiamo che il Castello, di proprietà comunale, racchiude una serie di servizi culturali come la biblioteca, il museo civico, l’archivio della memoria e della Resistenza, offrendo una serie di opportunità per la sua valorizzazione, come il busto di Federico II, che già da solo vanta una grande capacità di attrazione, circondato dal verde dei frequentatissimi Giardini. Non dimentichiamo che abbiamo un centro storico piuttosto esteso, che invita i visitatori ad una passeggiata lenta godendo della sua bellezza. Questo include anche la Cantina della Sfida, lo storico convento del Monte di Pietà, oggi sede della Prefettura, e il Palazzo Della Marra con la Pinacoteca “G. De Nittis”, oltre che il suo valore architettonico. A poche decine di metri il Teatro comunale “G. Curci”, oggi il secondo teatro più importante di Puglia, solo dopo il Petruzzelli di Bari».

Il suo assessorato ha sicuramente bisogno di “fare sistema”: le istituzioni avvalendosi del contributo delle associazioni locali, degli imprenditori, la cittadinanza tutta. La partecipazione è fondamentale: come intende favorirla nel suo Settore?

«C’è una forte richiesta da parte di associazioni culturali ma anche imprenditoriali di utilizzare al meglio gli spazi comunali, per convegni e conferenze; noi stiamo spingendo il mondo “medico” per l’attenzione al cosiddetto turismo sanitario, cioè l’organizzazione di congressi scientifici, ricordiamo che Barletta ha un importante struttura ospedaliera. Vorremmo che le associazioni culturali locali crescessero e diventassero vere e proprie imprese sociali in grado di creare lavoro per il territorio».

Spesso le associazioni locali si lamentano di non essere prese in considerazione: perché non favorire la crescita di quelle realtà cittadine alla partecipazione a bandi, senza dover ricorrere alle associazioni di altre città che meno conoscono il nostro territorio e le sue esigenze?

«Riconoscendo la validità dei progetti, stiamo dando l’opportunità a tutte le realtà associative cittadine di utilizzare i nostri spazi per la cultura, non stiamo dicendo no a nessuno. Gli eventi devono avere una loro forza per affiancarsi agli spazi richiesti. Stiamo favorendo organizzazioni di eventi da parte di associazioni con l’aiuto di privati attraverso la stipula di convenzioni con questi, con costi calmierati se c’è il patrocinio del Comune. E’ chiaro che per poter partecipare ai bandi le associazioni devono avere una serie di caratteristiche, tuttavia la nostra macchina amministrativa garantisce un attento controllo dei bandi, pensando anche al contributo necessario da parte comunale. L’Amministrazione deve saper ‘scommettere’, per poter poi intercettare i bandi regionali o europei».

Sta un po’ calando l’attenzione che per un momento è stata rivolta al sito di Canne della Battaglia: a che punto siamo per la sua valorizzazione? Quali, sono secondo lei, le mosse più efficaci per raggiungere buoni risultati nel prossimo futuro?

«Proprio in questi giorni stiamo partecipando, come Comune, alla Borsa del Turismo Archeologico a Paestum con Canne della Battaglia, attraverso la conduzione della direttrice del Polo Museale; ricordiamo che la proprietà della cittadella è del Comune, ma la valorizzazione e i servizi sono svolti dal Polo Museale della Puglia. Stiamo insistendo affinché la “Battaglia di Canne” diventi patrimonio UNESCO per consentire all’Amministrazione d’intervenire sulla sua valorizzazione, fermo restando che la competenza comunale rimane limitata».

 

State già pensando a qualcosa per la prossima Estate barlettana, magari con la collaborazione dell’assessore alle Attività Produttive e Turismo?

«Sì, ma dipende dall’approvazione del Bilancio di previsione del prossimo anno, se questo non avviene in tempo saremo costretti a ripetere più o meno quello proposto l’estate scorsa, se, invece, viene approvato in tempi utili abbiamo anche più credibilità sul mercato. Comunque, ci stiamo attivando per le autorizzazioni di agibilità di alcuni spazi, soprattutto il Fossato del Castello. Stiamo pensando, anche, alla valorizzazione del nostro Teatro, affinché non sia più soltanto luogo di realizzazione di spettacoli che ci vengono proposti, ma anche di produzione e operatività teatrali».

Esistono diverse questioni irrisolte da tempo: mancano i direttori del Teatro “Curci”, del Polo Museale, della Biblioteca

«A tal proposito ricordo la difficile situazione della macchina amministrativa comunale attuale che può contare solo su 4 dirigenti, di cui 2 a tempo determinato, che dobbiamo ringraziare perché stanno cercando di sopperire a una grave lacuna per una città di quasi 100mila abitanti; ricordo che ai tempi dell’allora sindaco Salerno, l’amministrazione poteva godere di ben 10 dirigenti, inoltre non c’erano i vincoli del Patto di Stabilità. Per quanto riguarda il Teatro, fino a pochi mesi fa avevamo un direttore artistico (n.d.r. Michele Placido) che ha fatto quello che poteva, ha realizzato i suoi spettacoli, ha promesso diverse produzioni con artisti locali, ma personalmente non ho visto risultati. Nelle Linee Programmatiche del Sindaco è prevista l’individuazione di un direttore artistico per il Teatro e un direttore per il Polo Museale. Dovremo pensare anche alla Biblioteca. Tra pochissimo sarà pronta la nuova sede moderna e attrezzata dell’Archivio di Stato, bloccata da tempo solo per alcuni cavilli burocratici».

Nei magazzini del Castello sono troppe opere d’arte “abbandonate”, neanche ben conservate alla mercé di polvere, tarli e topi. Alcuni donati da artisti locali nei decenni passati.

«Già con la mostra che abbiamo riproposto in questi giorni “L’Arte di condividere”, abbiamo voluto utilizzare una buona parte del materiale finora custodito nei magazzini, anche per rendere il singolo cittadino barlettano consapevole di ciò che abbiamo, offrendo loro una grande opportunità. I Beni stanno pian piano tornando alla luce; è chiaro che si tratta di una mole notevole e serve anche uno spazio sufficiente e adeguato per esporre tutto».