«Il congresso cittadino è arrivato nel momento forse più difficile della storia del Partito Democratico di Barletta – a dirlo è il nuovo segretario cittadino del Partito Democratico, Rosa Cascella, eletta domenica scorsa – che sin dalla sua nascita ha sempre avuto la responsabilità e l’onore di governare la città e che invece da un anno a questa parte, per la prima volta, si trova all’opposizione. Si riflette a livello locale la difficile congiuntura politica nazionale, con la ribalta di populismi vuoti ma dalla grande efficacia comunicativa che in poco tempo hanno scalato le gerarchie del consenso mettendo all’angolo chi è sempre stato abituato a parlare alla testa delle persone e non alla loro pancia. Il Partito Democratico ha ancora l’autorevolezza per guidare il Paese e lo sta dimostrando ma c’è bisogno di aprire uno spazio di riflessione per capire la direzione che si vuole intraprendere. E’ un discorso che vale anche per il PD di Barletta. Senza un bagno di umiltà, senza comprendere cosa ha determinato lo scollamento tra il nostro partito e la nostra comunità, senza tornare a farci interpreti dei bisogni reali del paese ed in particolare della sua classe lavoratrice, non raggiungeremo nessun obiettivo. I nostri avversari politici che rilanciano continuamente su immigrazione e sovranismo non possono essere snobbati o bollati semplicemente come “razzisti” ed “eversivi” ma vanno combattuti sullo stesso campo, contrapponendo alla retorica di slogan e proposte irricevibili, delle soluzioni alternative realmente praticabili fondate sulla difesa della dignità umana e dell’equità sociale. Ed è uno scontro che si gioca anche sull’efficacia comunicativa. Per questo il Pd di Barletta ha il bisogno urgente di recuperare il dialogo con le forze più sane di una città che alle ultime elezioni ha scelto di premiare i suoi avversari. I nostri stessi alleati storici ci hanno voltato le spalle accusandoci di scarsa affidabilità e di aver ostacolato il cammino delle amministrazioni che eravamo chiamati a guidare. C’è molta ipocrisia ovviamente in queste accuse, ma c’è anche un fondo di verità.
Le divisioni interne e la contrapposizione tra correnti non hanno aiutato il partito a svolgere efficacemente il ruolo naturale di collante delle coalizioni di centrosinistra. E allora il PD è stato visto più come un problema che una risorsa. Chi ha guidato il partito in questi anni si è prodigato per tenerlo unito, aprirlo all’esterno, farne il luogo di elaborazione di idee e di proposte. Bisogna proseguire in questa direzione premiando anche lo sforzo che si è fatto durante le ultime elezioni, quando si è cercato di puntare sulla qualità della rappresentanza politica e non sul ‘peso’ elettorale delle candidature. Bisogna ripartire innanzitutto da chi crede in questo partito, marginalizzando chi pensa di utilizzarlo come un contenitore dalle porte girevoli, dove si entra per convenienza politica e poi si va via quando altri lidi risultano più confortevoli e rassicuranti sotto il profilo del rendimento elettorale. Ripartiamo da chi ci rappresenta nelle istituzioni, dai cinque consiglieri comunali, dai due consiglieri regionali e dalla senatrice Assuntela Messina, senza dimenticare che per la prima volta il nostro territorio provinciale esprime anche un ministro, nella persona dell’onorevole Francesco Boccia. E’ anche grazie a loro se il Partito Democratico di Barletta continua a godere della fiducia di un numero importante di iscritti ed è ancora oggi un punto di riferimento importante per l’intero centrosinistra regionale. Ripartiamo dal ruolo di opposizione che le ultime elezioni ci hanno consegnato. Opposizione intransigente, senza sconti ma costruttiva: perché l’attuale amministrazione comunale di centrodestra non renda vano il lavoro realizzato dalle ultime giunte di centrosinistra e dal Partito Democratico. Abbiamo l’onestà intellettuale di riconoscere l’impegno e l’attivismo del sindaco Cannito ma anche i suoi evidenti limiti nella gestione politica. Supportato da una giunta largamente inadeguata, con assessori in taluni casi assolutamente privi di competenze rispetto alla delega gestita, il sindaco è ostaggio di una maggioranza litigiosa e lacerata da profonde divisioni al suo interno. A dimostrazione che le forze politiche incapaci di dare stabilità e compattezza alle amministrazioni erano altre, e non certo o non solamente il Partito Democratico. E’ necessario che la prossima segreteria cittadina del PD sappia lavorare di concerto con la rappresentanza consiliare sia per ciò che riguarda l’elaborazione della proposta politica sia per ciò che concerne la gestione dei rapporti con il sindaco e la sua amministrazione, che dovrà essere improntata sempre alla massima trasparenza. Ci prepariamo a vivere la campagna elettorale per le elezioni regionali della prossima primavera con un primo appuntamento già alle porte, quello delle primarie del centrosinistra che si terranno a gennaio. Il partito dovrà organizzarsi per sostenere i suoi candidati offrendo occasione ai cittadini di conoscere il nostro programma politico con l’obiettivo di riconfermare il centrosinistra alla guida della Regione. Ma il partito non diventi polo attrattivo solo durante gli appuntamenti elettorali: apriamo le porte ad iniziative in grado di riavvicinare le persone al Pd e alla politica attiva, alimentiamo dibattiti sui provvedimenti che riguardano lo sviluppo della nostra città, organizziamo appuntamenti culturali che siano anche stimolanti per le nuove generazioni. Le divisioni ci hanno portato alla sconfitta e all’isolamento, inauguriamo una stagione di intelligente ricomposizione dei conflitti nell’interesse del partito, delle migliaia di persone che politicamente rappresentiamo, della nostra comunità».