In questa seconda domenica dal giorno in cui le chiese di tutta Italia sono state chiuse a causa dell’emergenza Coronavirus, don Rino Caporusso, parroco della parrocchia San Paolo, torna a raccontarci le parole del Vangelo e delle letture della messa domenicale.
Il brano di oggi racconta l’episodio tratto dal Vangelo secondo Giovanni in cui Gesù restituisce la vista a un cieco. «La cecità di questo uomo sarà segno e strumento per manifestare Gesù, luce del mondo» spiega don Rino.
«Il tema di fondo della liturgia di questa domenica è proprio la Luce. È Gesù stesso a proporsi, difatti dice: Io sono la Luce nel mondo, chi segue Me non camminerà nelle tenebre. L’invito di san Paolo nella seconda lettura, è quello di vivere nella Luce e produrre i frutti di questa Luce. Troppo spesso crediamo solo a quello che vediamo, senza considerare che la nostra percezione è fallace e limitata, e spesso vediamo solo ciò che vogliamo vedere. Dobbiamo guadare dentro di noi la Luce di Cristo. Cristo è Luce per chi vuol vedere più a fondo nel mistero della vita, ma la Sua luce può essere vista soltanto aprendo gli occhi della fede.
In questo momento in cui tutti siamo chiamati a stare a casa e a vivere ogni aspetto della nostra vita nella condivisione con la famiglia, stiamo capendo che né l’aspetto fisico, né quello culturale né quello economico sono poi così importanti. Chi pretende di sapere già tutto e pensa di capire tutto da solo rischia di diventare cieco di fronte alle cose più importanti della vita.
Mentre il Vangelo di Cristo investe di Luce il cammino della vita, ci fa vedere più lontano di ciò che comprende la nostra intelligenza. Cristo si offre come guida. È una proposta, è la luce che illumina. Col battesimo siamo stati introdotti a questa Luce, e da questa illuminazione battesimale fiorisce la creatura nuova che guarda tutte le cose con lo stesso sguardo di Cristo. Solo questa è la via della fede e la fede non cambia la realtà del mondo attorno a noi, ma cambia i nostri occhi nel vedere questa realtà. Non più l’oscurità della morte, della mancanza di senso, dell’assurdo, ma un orizzonte illuminato dalla Resurrezione. Il male non viene mai da Dio. Dal male Dio può trarre il bene e, anche oggi nella nostra situazione, può mostrarci la Luce che c’è all’orizzonte».