Tornare a trovare uno straordinario “anziano” (inaugurato nel 1872) della città di Barletta. Respirare nuovamente quell’odore, velluto misto a legno antico. La polvere sarà presto ripulita dalle assi gloriose di quel palcoscenico che ha ospitato così tanti illustri nomi in questi anni. Siamo voluti andare a far visita al nostro Teatro comunale “Giuseppe Curci” (sotto il link al video), poiché anche lui ha attraversato una lunga quarantena interrompendo improvvisamente, a poco più di un terzo della programmazione per il cartellone 2019-2020, il ruolo centrale di fabbrica di sogni e arte. La magia, che solo un teatro può rappresentare, manca a queste poltrone vuote, a questi palchi desolati, a quei loggioni spogli di quel pubblico plaudente che ha riempito le serate di molti barlettani e non solo. Il pensiero non può che andare allo spettacolo dal vivo, settore che certamente affronta una grave crisi di cui non si riesce proprio a vederne la fine. Già mercoledì si è riunito il primo tavolo tecnico tra i rappresentanti del settore e il Comune di Barletta. Serve coraggio, tenacia, ottimismo come suggerisce il bellissimo sipario che ci narra la “Disfida di Barletta” di Giovanni Battista Calò.

La musica, la recitazione, la danza hanno reso onore a questo gioiello ottocentesco, realizzato sul modello del San Carlo di Napoli, di cui il Comune di Barletta può fregiarsi. Grandi nomi, grandi esperienze sono passati in questi camerini. L’angoscia di vedere fermo un luogo per cui tanto si è lavorato in questi ultimi anni, è un boccone difficile da mandar giù. La qualità crescente ha contribuito a renderlo uno dei più importanti palcoscenici pugliesi. Oggi ricordiamo che la direzione artistica è affidata all’attore Fabio Troiano, con il contributo della rete del Teatro Pubblico Pugliese, gestendo il più grande contenitore culturale della città; oltre ai tanti spettacoli della stagione musicale, in questi ultimi anni coordinati dal maestro Francesco Monopoli.

Ci accoglie Lilli Divincenzo, orgoglioso nel ricordare i suoi oltre 40 anni trascorsi tra quei corridoi, a custodire innanzitutto la memoria artistica, oltre che ad impegnarsi per il suo ruolo. Le locandine degli spettacoli, previsti e poi annullati dalla ferocia della pandemia, sono ancora esposti nel foyer, come un augurio affinché la vitalità di questo luogo ‘sacro’a molti possa ripartire in sicurezza e al più presto.

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