Poco dopo la proclamazione del nuovo DPCM, con il quale non sono più consentiti festeggiamenti successivi a cerimonie e occasioni disparate, abbiamo intervistato Enrico Lamonaca, titolare con suo fratello di un’agenzia di video e fotografia di Barletta, per carpire emozioni e sensazioni dopo l’annuncio del premier Conte e le disposizioni attivate in tutta Italia. 

Cosa ne pensa del nuovo DPCM?

«Non sono un complottista, la nostra categoria non ha mai ricevuto chiusure o limitazioni “ufficiali”, ma ogni DPCM che ha attivato delle restrizioni, ha annullato ogni tipo di festeggiamento. Per ogni festeggiamento che non si è realizzato, un fotografo non ha lavorato, una sala ricevimento non ha lavorato, dj, camerieri, chi vende abbigliamento e così via, è una sorta di catena».

Il punto che riguarda festeggiamenti e matrimoni in che modo inciderà sulla sua categoria professionale?

«Come già detto, ogni DPCM ha ucciso la categoria! Ha ucciso ogni forma di espressione artistica e artigianale che si occupa di costruire ricordi. Il 2020 sarà sempre ricordato come l’anno dei “non ricordi”, fatta eccezione per quelli trasmessi attraverso i social naturalmente»

Quali sono stati gli umori all’interno della sua attività e quelli dei suoi colleghi negli scorsi mesi?

«Nella mia attività una collaboratrice si doveva sposare e ha rimandato, casa pronta, mobili, restauro, un’altra è a casa da marzo…L’utilizzo spropositato dei dispositivi elettronici per restare in contatto per lavorare è aumentato notevolmente. I colleghi, quelli che si occupano solo di cerimonia per esempio, sono a pezzi. Siamo una categoria che vive di emozioni e tutta questa storia ce le ha tolte! I nostri clienti, con i quali instauriamo un rapporto molto intenso, di gioia soprattutto, non si possono abbracciare, non possono ballare, non possono fare “caciara” come piace a noi, che siamo lì a riprenderli, a fotografarli, a immortalare i loro momenti felici, a salvarli nel tempo, a catturare le loro emozioni».

La sua attività sta mettendo in atto misure alternative per proseguire nel settore del video e della fotografia?

«Da sempre il mio studio si occupa anche di fotografia e video per la comunicazione, un’alternativa che ci ha permesso di non spegnerci completamente. Con il nuovo DPCM purtroppo, alcuni dei miei clienti, come le palestre per esempio, sono stati colpiti duramente, sebbene credo siano i luoghi più sicuri in cui andare in questo periodo. Il presidente Conte dice che le attività si possono svolgere all’aperto per evitare contagi. Ricordo i giorni di quarantena primaverili, tutti magicamente diventati atleti. Non sono un esperto, ma forse non erano le palestre o altre attività del genere che andavano chiuse. Ma questa è un’altra storia».

Cosa si aspetta dal prossimo DPCM che verrà proclamato il 24 novembre?

«Nulla, onestamente, per la mia categoria, così com’è successo in 8 mesi. Nei DPCM la mia categoria non è stata mai citata, per assurdo, noi teoricamente abbiamo sempre lavorato, peccato che non essendoci feste non abbiamo fatto altro che sviluppare il lavoro dell’anno scorso, che prima o poi finirà, ammesso che le coppie abbiano la possibilità di ritirare il lavoro. A novembre la curva dei contagi (a mio avviso) sarà ancora più alta, non cambierà nulla anzi, con l’arrivo delle influenze saranno tutti positivi al Covid-19. Ognuno cercherà di sopravvivere come meglio crede, di sicuro ci sarà più attenzione e di certo non auguro a nessuno di ammalarsi. Mi dispiace ammetterlo, ma questo è un finto lockdown, in 1 mese alcune attività chiuse, che non faranno girare l’economia, nuove categorie di poveri, e chissà come mai sempre la cultura e l’arte vengono colpite per prime. Strano che il campionato non si sia fermato. E sì, il calcio nazionale è un abuso, uno schiaffo alla moralità. Ovviamente andrebbero valutate centinaia di categorie e l’unica soluzione per isolare la circolazione del virus sarebbe chiudere tutto e ,mi spiace dirlo, soprattutto le regioni più colpite, quelle che ci hanno denigrato e lo fanno da sempre. Questo DPCM dovrebbe salvare il Natale, ma per chi? L’economia per il Natale non arriverà un mese prima, finché si rimetta tutto in moto ci vorranno mesi. Abbiamo perso l’estate, comunque non si è salvato manco l’autunno. Ci ammaleremo di più per essere diventati asociali e avremo paura persino di abbracciare un amico. Quali emozioni fotograferemo se la gente manterrà la distanza?».