Un avvicendarsi che non trova ancora sosta quello relativo al Pinus pinea di via Vittorio Veneto a Barletta, ormai punto all’ordine del giorno di riflessioni e proposte da circa quattro mesi. Un iter dedalico, difficile, che non ha lasciato margine per risposte definitive. Prima una richiesta di abbattimento, una stima non incoraggiante del CTU, poi la consulenza tecnica commissionata dal circolo cittadino Legambiente Barletta e offerta in ausilio all’amministrazione comunale affinchè questa potesse avvalersene nel procedimento giudiziario tuttora pendente. Ad oggi il pino secolare è sotto tutela monumentale, ma qual è la situazione attuale?

«Il giudice si è ritirato per prendere una decisione – spiega Raffaele Corvasce, presidente di Legambiente Barletta – Nella precedente udienza aveva sollecitato un accordo tra le parti, suggerendo di valutare la possibilità che l’albero fosse spostato in un’area più consona, rinviando quindi l’udienza al 9 marzo per ascoltare le conclusioni di queste ultime a riguardo. Nelle more, però, il Comune ha prodotto una relazione tecnica dalla quale si evince che lo spostamento del pino è altamente sconsigliato, sia per l’alto rischio che l’albero non attecchisca e vada a morire sia per l’elevatissimo costo dell’operazione». Per suddetta ragione quest’ultimo ha, quindi, deciso di procedere per vie alternative, avanzando una controproposta. «Nel frattempo è stata fornita al giudice una seconda opzione – prosegue – che aumenterebbe ulteriormente la sicurezza dell’albero. La perizia ha dimostrato che il grado di pericolosità del pino è già bassissimo. Per abbassarlo ulteriormente e per venire incontro alle esigenze del privato, il Comune ha proposto a proprie spese anche la messa in sicurezza dell’apparato radicale dell’albero. È una tecnica per la quale vengono ancorate le radici, non è invasiva, non ci sono cavi volanti di tenuta, ma la messa in sicurezza dell’apparato radicale lo blocca per intero, non permettendo qualsiasi ulteriore spostamento della pianta». Stando alle informazioni di cui disponiamo, questa tecnica non sarebbe compromettente per la città, azzererebbe il (già esiguo) pericolo di caduta e l’operazione avverrebbe nel seno della risistemazione del manto stradale.

«Questo genere di procedura è giù stata attuata in parecchie altre parti d’Italia – dichiara Corvasce – è già testata e darebbe garanzia formale sull’intervento. Al momento c’è da valutare la volontà del giudice di prendere in esame questa, che è sicuramente per tutti la soluzione ideale e valutare. Al momento dobbiamo semplicemente attendere». Nel contempo si ricorda, come è segnalato in un post sulla pagina Facebook di Legambiente Barletta, che «da comunicazione testuale del Servizio Risorse Forestali Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali, si legge: “In attesa di procedere all’istruttoria tecnico-amministrativa, si ricorda che, ai sensi dell’art.9 c.3 del Decreto Interministeriale del 23 ottobre 2014 (allegata alla comunicazione), sugli alberi segnalati dai Comuni vigono i medesimi vincoli degli alberi già iscritti in elenco”».

 

A cura di Carol Serafino