«A poche ore dal confronto svoltosi presso l’ufficio del sindaco giunge attraverso le pagine della stampa una nota da parte del primo cittadino che ci lascia quantomeno perplessi, se non basiti, considerando il maldestro tentativo di ribaltare una realtà che ogni cittadino ha avuto modo di guardare attraverso lo streaming trasmesso sulla pagina Facebook del comitato dove è tuttora visibile per chi volesse sincerarsene». A scrivere, rivolgendosi al sindaco di Barletta Cosimo Cannito, sono i componenti del Comitato di quartiere zona 167.

«Dato il tono palesemente provocatorio e considerando la totale mancanza di volontà di cedervi da parte nostra, respingiamo con decisione le accuse mosse dal sindaco perché giammai abbiamo mostrato atteggiamento ostile, irriguardoso o minaccioso, bensì sempre pacatamente orientato alla ricerca di condivisione delle istanze poste dagli oltre 6mila cittadini da noi rappresentati. Per amore di verità abbiamo avuto grande esitazione ad iniziare l’incontro, considerando l’assembramento di consiglieri, assessori, tecnici e astanti vari nella stanza della riunione palesemente in contrasto con le norme di contenimento Covid-19 e che oltretutto sbilanciava in maniera sproporzionata le parti e quindi comprimeva notevolmente il tempo concesso alla nostra delegazione di 5 persone».

«Respingiamo, inoltre, l’accusa di utilizzare i 6mila cittadini a fini di propaganda elettorale che, oltre a mostrare una mancanza di argomentazioni, rappresenta una grave offesa alla dignità dei cittadini rappresentati in tal guisa come gregge senza capacità di discernimento.
Tralasciando le risibili affermazioni che lasciamo giudicare ai cittadini, vorremmo piuttosto rilevare che il clima arrogante e oltraggioso è stato posto in essere nei nostri confronti, e nel mio particolarmente, dal Presidente del Consiglio, il quale, per di più, come dalla registrazione “fuori onda” in nostro possesso, proferisce in pubblico, parole fortemente offensive, per cui si chiede espressamente che il sig. Presidente del Consiglio chiarisca se dette espressioni fossero o meno dirette nei confronti del sottoscritto o dei presenti.
Fatta questa doverosa precisazione – concludono – e facendo affidamento a tutta la nostra obiettività e attaccamento al bene della città invitiamo il sindaco, con pacatezza, a rivedere semmai i rapporti con le altre figure istituzionali evitando di alzare una inutile quanto dannosa “cortina fumogena” con accuse destituite di ogni fondamento, e a concentrarsi maggiormente nella ricerca della soluzione aderente alle legittime istanze dei cittadini, molti dei quali suoi elettori».