E’ in uno di questi box sequestrati dalla polizia che Michele Cilli ha trascorso i suoi ultimi istanti di vita. Trasportato qui contro la sua volontà o semplicemente caduto in una trappola. Che secondo l’inchiesta della Procura di Trani gli avrebbe teso il 34enne Dario Sarcina, volto già noto alle forze dell’ordine per i reati di rapina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Cilli e Sarcina sono arrivati in questo garage condominiale di via Ofanto la notte tra il 15 e il 16 gennaio, dopo aver abbandonato insieme la festa di compleanno di alcuni amici che stava avendo luogo in un bar vicino al castello. La conferma arriva dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Nel garage entrano in due ma ad uscirne, dopo quasi mezz’ora, è il solo Sarcina. Cosa sia accaduto in quel lasso di tempo è ancora al vaglio degli investigatori. Cilli potrebbe aver reagito all’aggressione del suo assassino. Questo spiegherebbe, secondo quanto emerso dalle indagini, la profonda ferita ad una mano che la mattina successiva Sarcina si sarebbe fatto medicare in un ospedale in provincia di Foggia. Una ferita – ha chiarito il procuratore capo di Trani Renato Nitti – compatibile con l’utilizzo di un’arma da taglio. In che modo sia stato ucciso Cilli e quale fine abbia fatto il suo corpo rimangono i punti ancora oscuri dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Trani. Un elemento inquietante arriva sempre dalle immagini registrate quella notte dalle telecamere. Che mostrano un uomo a bordo di un’auto raggiungere un distributore di carburanti e riempiere una tanica di benzina. Si tratta del 34enne Cosimo Damiano Borraccino. E’ a lui che Sarcina si rivolge dopo aver abbandonato il garage. Ed è sempre lui che subito dopo raggiunge il box in cui presumibilmente si trova il cadavere di Cilli. Gli inquirenti non si sbilanciano su quale uso potrebbe aver fatto della tanica di benzina. Se impiegata per distruggere prove compromettenti o addirittura bruciare il corpo della vittima. Borraccino è stato arrestato dalla polizia con le accuse di favoreggiamento e soppressione di cadavere. E’ seguendo la sua auto, risultata rubata, che la polizia è riuscita a ritrovare a 3 km da Barletta, nelle campagne di Montaltino, un paio di occhiali che quasi certamente appartengono alla vittima. Le ricerche del corpo di Cilli si sono concentrate per settimane nella zona della Fiumara senza portare ad alcun risultato. E’ qui che un uomo, a bordo di una delle auto nella disponibilità di Sarcina, ha abbandonato in una busta gli indumenti utilizzati da Borraccino la notte dell’omicidio. Tra le prove che hanno inchiodato i due arrestati, anche i rilievi della Polizia Scientifica effettuati sulla Golf scura in cui Sarcina e Cilli sono stati visti andare via dalla festa. Al suo interno sono stati ritrovati dei capelli ma soprattutto delle tracce di sangue sul clacson e in altri punti dell’abitacolo. Ancora sconosciuto il movente dell’omicidio, maturato com’è noto negli ambienti dello spaccio di stupefacenti. In passato – ha spiegato il procuratore Nitti – Cilli era già stato minacciato da Sarcina. Le indagini proseguono per chiarire anche questo aspetto e i due arrestati saranno sottoposti a nuovi interrogatori in carcere. Su Sarcina pende anche un’accusa di omicidio stradale. Il 30 aprile dello scorso anno avrebbe investito un uomo in via Dimiccoli mentre effettuava delle manovre di parcheggio. La vittima, Cosimo Damiano Lamacchia, 52 anni, venne trasportata in ospedale già priva di vita.