I suoi pennelli abbattono i muri dell’inespresso e su quelle stesse pareti si stagliano come messaggio per la comunità: è l’intensità dell’arte di Borgiac, al secolo Giacomo Borraccino, artista barlettano ormai celebre per l’orma cromata che imprime in diverse zone della Città della Disfida.

Oggi il rintocco della vernice fresca è toccato all’istituto “N. Fraggianni”: imperante nel cortiletto della scuola primaria è comparso un occhio trionfante di colori. L’opera, dal nome L’arcobaleno dell’umanità, è sormontata da un arcobaleno “abitato” da bambini che si tengono per mano.

La scelta del soggetto non è stata casuale, come non casuali sono le venature che si armonizzano lungo i margini del murales. L’occhio dipinto, infatti, ricorda proprio quello di Sharbat Gula, la giovane donna afghana che Steve McCurry ha fotografato in un campo profughi, realizzando uno scatto dalla dirompente potenzialità espressiva diventato una vera e propria icona, divulgato da uno dei numeri del National Geographic.

Borgiac ha ritratto nell’iride del Big Eye (volendo ricordare anche Margaret Kean) il simbolo della pace, circondato da missili.

Poca sostanza avrebbero le parole dinanzi ad una così chiara e silente denuncia del male cristallizzato nel mondo, che continua a fare della guerra la propria principale manifestazione terrena.

Ma la speranza perdura e Borgiac non fa che dipingerla, con la sua profonda essenza “materica”, per farla diventare un’arma di pace, in spregio al depauperamento del bene collettivo.

Un vessillo prezioso da marcare sulle pareti di una scuola, luogo di semina e – si spera – di raccolta. Del resto, Giacomo lo ha scritto: “I bambini sono i colori del futuro. Solo un amore ed una cura pacifica può farli crescere nella Bellezza”.

 

A cura di Carol Serafino