Si entra nel vivo delle celebrazioni per la Festa Patronale che si terrà i prossimi 8, 9 e 10 luglio. Già, ma chi sono i due patroni della città? Tutti sappiamo essere San Ruggiero e la Madonna dello Sterpeto, ma la loro connotazione storica viene spiegata dallo storico medievista barlettano Victor Rivera Magos dell’Università di Foggia in una conferenza svoltasi ieri sera presso la chiesetta di San Michele in via Cialdini. Una lezione sul patronato civico di Barletta.

Questo piccolo gioiello architettonico, che è la chiesetta di San Michele, viene spesso celato, essendo stato solo recentemente ristrutturato. Una piccola chiesa, nel cuore della città, restaurata ormai da più di tre anni; la diocesi, proprietaria del bene, deciderà l’utilizzo di questo scrigno che custodisce l’affresco della “Madonna della Strada”.

Ieri sera ha aperto le sue porte per parlare de “I Santi Patroni di Barletta – alle origini di una storia da raccontare”, con l’introduzione di don Gaetano Corvasce, Canonico onorario del Capitolo Cattedrale. Nelle vesti di padrone di casa il presidente del Comitato Feste Patronali, Franco Grippo che ha promesso che le attività culturali della festa verranno rafforzate negli anni prossimi, e Roberta Giuliani dell’Università di Bari che ha riferito un’importante esperienza di indagine storica che si va realizzando nel territorio di Canne della Battaglia da parte di un equipe di ricercatori dell’Università di Bari, come annunciato nelle scorse settimane: «Per noi è una grande gioia aver ripreso queste indagini a Canne. Si tratta di una ricerca che non prevede soltanto lo scavo, che si è avviata intanto con una serie di indagini diagnostiche. In settimana ha avuto luogo una ricerca geomagnetica: un tipo di indagine che riesce a visualizzare quello che è nascosto sotto il terreno e che a noi non è dato vedere , quindi rappresenta una sorta di anticipazione di quello che potremmo portare fuori con l’indagine archeologica. Poi è stato intrapreso un lavoro sistematico, abbiamo iniziato a lavorare sulle architetture a vista, che non erano mai state analizzate archeologicamente in gran parte della cittadella. Contestualmente abbiamo dato avvio all’esame completo della documentazione d’archivio e dei reperti raccolti nel deposito e pensiamo che tutto ciò possa rappresentare una base utile per impostare poi la ricerca di scavo vero e proprio».

Una chiesa gremita, ha dimostrato la persistente voglia di cultura da parte dei cittadini, accogliendo l’invito dell’organizzazione a mantenere le tradizioni che rendono speciale questa ricorrenza.