Non si placano le polemiche dopo il taglio di ben 15 olmi in via Vitrani e via Cafiero: l’eliminazione di tali esemplari si è resa necessaria dopo un’attenta valutazione dei tecnici comunali addetti al verde pubblico, tra cui l’agronoma Angela Dinuzzi, da pochi mesi aggiunta all’organico municipale, di cui riferiamo alcuni passaggi della sua relazione inviata al Sindaco e all’assessore alle manutenzioni il 10agosto scorso.

Il documento ha come oggetto la “Riqualificazione alberature urbane a mezzo Sostituzione e Consolidamento – Stato della manutenzione e approccio all’intervento”. La nota ha fatto seguito a diverse riunioni resesi necessarie nelle ultime settimane a seguito di numerosi eventi verificatisi e per cercare di evitarne altri. Le essenze arboree rimosse ieri mattina risultavano “severamente debilitate a causa di molteplici fattori, non ultimo l’esecuzione d’interventi di potatura spesso eccessivi. […] Riscontrate diverse patologie a carico del legno come carie bianca e formazioni neoplastiche a carico delle branche principali e dei tronchi sottoposti all’uso spregiudicato e ingiustificato dello strumento della capitozzatura”. Dunque, le responsabilità sono dovute alla gestione di queste piante e del verde in generale fino ad ora realizzata, anche per carenza di professionalità dedicate a tale funzione.

L’opinabile “strumento della capitozzatura – da sempre denunciato come negativo dalle associazioni ambientaliste del territorio – benché inizialmente fornisca alle chiome un aspetto più compatto ed ordinato, nel tempo ne compromette pericolosamente la stabilità, mettendo a rischio la pubblica incolumità ed integrità dello stesso patrimonio verde cittadino”. Dunque una, finalmente, chiara accusa di quell’erroneo strumento usato troppo spesso, e da noi più volte condannato su queste pagine.

Il documento prosegue invitando ad intervenire con la sostituzione graduale di quelle piante (ndr, oggi già rimosse). “Il verde pubblico è da intendersi come una risorsa per la città”. Dopo l’eliminazione con abbattimento degli esemplari ritenuti altamente pericolosi, è previsto un piano di sostituzione dopo “successiva pulizia e il rinnovo delle conche adeguandole per dimensione alle essenze che si sceglierà di piantumare poi in autunno”: si tratterà di esemplari di almeno 3m. di altezza e certificati sani al fine di garantire una funzione ecosistemica abbastanza efficiente già dai primi tempi. Nella nota si sottolinea che la scelta tra sostituzione e consolidamento viene effettuata in base alla percentuale di rischio e di danno che potrebbero provocare in caso di cedimento della pianta o di parte di essa.

La nota siglata anche dal dirigente del Settore, Ernesto Bernardini, torna a sollecitare la necessità di pianificare un censimento del verde per la costituzione del Catasto urbano degli alberi, reso obbligatorio per i Comuni sopra i 15mila abitanti, dalla L. 10/2013, per avere schede del patrimonio verde comunale con il loro stato fitosanitario.