Importante la memoria, soprattutto quella di un passato non troppo remoto che non ha sopito ancora oggi gli strascichi idealistici, che spesso confondono la realtà. Ma la realtà è una: Barletta ha una chiara identità storico-culturale Antifascista. Il sentimento è testimoniato dalle due medaglie d’Oro di cui la città si fregia, quella al valor militare prima e poi quella al valor civile. Il materiale video e fotografico ritrovato nei primi anni-‘90 ha ridestato l’attenzione, sopita un pò come oggi, sulla Resistenza barlettana di quel tragico settembre 1943, in cui la città venne occupata dai nazisti per 12 giornate. Tra queste, ovviamente, ricordiamo il terribile eccidio dei dieci vigili urbani e due netturbini, primo atto di rappresaglia per mano nazista compiuto sul territorio italiano, compiuto il 12 settembre lungo il muro laterale della facciata dell’ex edificio postale (oggi Piazza caduti in Guerra).

Ieri l’ottantesimo anniversario celebrato in mattinata con gli onori militari e religiosi ai caduti e l’apposizione delle consuete corone commemorative da parte delle Istituzioni e, poi ieri pomeriggio presso la sala “Vittorio Palumbieri” del Castello di Barletta, la conferenza voluta e organizzata dall’ANPI BAT, con il patrocinio del Comune di Barletta, intitolata “Barletta, settembre 1943: la storia, le storie e le storielle”. È stata anche l’occasione per presentare il saggio storico del prof. Vito Antonio Leuzzi, presidente dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, “1943 la Puglia in guerra”.

Come spesso accade, ci viene tramandata la Memoria di quei fatti tragici della nostra storia cittadina, e anche ieri l’incontro è stato introdotto da Roberto Tarantino, nipote del col. Francesco Grasso vero eroe della Resistenza barlettana, che con i suoi uomini di stanza a Barletta combatté l’invasore tedesco, ormai “da considerasi nemico” dall’8 settembre nei giorni successivi all’Armistizio. In apertura è intervenuto per i saluti istituzionali il sindaco Mino Cannito, sottolineando l’importanza della Resistenza per stabilire i valori della democrazia e della libertà, dando valore a quella “cultura della pace” di cui Papa Francesco si sta facendo espressione, quasi in solitaria.

La giornata di ieri va ricordata anche per le decine di morti, tra soldati e civili barlettani, che purtroppo la storia riporta. Chi sono gli eroi? Non è una domanda banale, bisogna sempre averla chiara attraverso una lettura reale di ciò che accadde. La non molto frequentata assemblea di ieri ha creato delusione negli organizzatori che lottano costantemente per mantenere viva la memoria. «I valori antifascisti a Barletta sono sopiti ormai da qualche anno», ha scandito Tarantino richiamando all’emergenzialità che questo indica. Lo storico Leuzzi ha ricordato prima gli antefatti per una giusta contestualizzazione del 1943, in cui si ha una “brutalizzazione della guerra”; a Barletta bisogna registrare una doppia rappresaglia, sia militare che civile. Tanti furono i militari internati, catturati proprio a Barletta. Da questo abbiamo un collegamento con la storia europea per l’eco creata dai primi atti di Resistenza in Puglia e a Barletta.

Sono intervenuti anche Vincenzo Calò, responsabile nazionale dell’area Centrosud ANPI e Pasquale Martino, coordinatore regionale ANPI.