Rome Italy September 29, 2019 View of a Italian ambulance driving through the streets of Rome in the morning
Noi, autisti del servizio di emergenza sanitaria 118, rispondiamo in modo unanime e compatto alle parole pronunciate dal sindaco di Barletta Cosimo Cannito durante l’ultima seduta del consiglio comunale.
In quella circostanza, mentre era in discussione un punto riguardante i quotidiani problemi che affliggono i residenti di via Firenze a causa della chiusura stradale e della conseguente viabilità ridotta e congestionata, il primo cittadino si è lasciato andare in dichiarazioni a dir poco oltraggiose e diffamatorie nei nostri confronti.
A suo dire, infatti, il problema sollevato dai cittadini che hanno giustamente lamentato la difficoltà delle operazioni di soccorso da parte degli operatori del 118, sarebbe attribuibile esclusivamente alla negligenza degli autisti definiti dallo stesso sindaco “ciucci”, in quanto incapaci di seguire precise direttive che gli imporrebbero di fare percorsi alternativi.
Non sappiamo se il sindaco nell’attribuire più volte e con violenza verbale l’appellativo “ciuccio” all’autista del 118 abbia cercato esclusivamente di fare il gioco dello scaricabarile o si riferisse ad altre situazioni, comunicazioni o contesti di cui non siamo assolutamente a conoscenza.
Ciò che sappiamo e che possiamo affermare con assoluta certezza e convinzione è che effettuare un soccorso in quella zona è per noi un’impresa alquanto ardua e difficoltosa in quanto le chiusure stradali impongono rallentamenti o costringono a dover parcheggiare i mezzi troppo distanti dal luogo di prelievo del paziente obbligando a percorrere lunghi tratti in barella, operazioni del tutto sconsigliate sia in fatto di privacy che di sicurezza. Nozioni di cui il sindaco, per il suo passato professionale, dovrebbe essere a conoscenza.
Vorremmo a tal proposito conoscere le direttive a cui Cannito ha fatto accenno – di cui nessuno di noi ha avuto notizia! – ed eventualmente esprimere le valutazioni oggettive di chi ogni giorno opera sul campo tra chiusure stradali, cantieri non comunicati e altri impedimenti, riscontrando problemi e difficoltà che si riversano sulla salute delle persone, ultimo incolpevole anello di questa catena.
Ricordiamo che il nostro lavoro, o meglio la nostra missione, è proprio quella di garantire il miglior servizio possibile ai cittadini.
Nonostante spesso rimaniamo nell’ombra, la nostra dedizione e il nostro lavoro quotidiano svolgono un ruolo cruciale per la sicurezza e la salute della comunità.
Siamo spesso la prima risorsa ad arrivare sul luogo di un’emergenza. La nostra abilità nel raggiungere rapidamente il punto critico è determinante per la vita dei pazienti.
Siamo addestrati per guidare in modo sicuro e competente in situazioni stressanti, garantendo che il paziente a bordo sia trasportato in tutta sicurezza.
Lavoriamo a stretto contatto con il personale medico e infermieristico, offrendo supporto e assistenza durante tutto il percorso. La nostra presenza è fondamentale per una consegna tempestiva e sicura dell’assistenza medica.
Dobbiamo affrontare situazioni ad alta pressione e spesso drammatiche. La nostra capacità di mantenere la calma e prendere decisioni rapide è essenziale per il successo delle missioni di soccorso.
A questo non vogliamo aggiungere dettagli sull’apporto dato all’emergenza Covid, perché chiunque con un minimo di buon senso legga queste parole può benissimo immaginare l’enorme apporto dato dalla nostra categoria anche a Barletta.
Spesso, siamo i volti familiari nelle comunità locali. La nostra presenza costante crea un senso di sicurezza e fiducia tra i residenti, che sanno di poter contare su di noi in caso di necessità.
Fino a pochi giorni fa, nonostante le tante difficoltà, eravamo certi del supporto e della riconoscenza dei cittadini e della comunità tutta.
Oggi, a seguito delle parole pubbliche del primo cittadino, siamo sconcertati e spaventati perché hanno gratuitamente minato la nostra dignità, serietà e professionalità agli occhi dell’intera città, con conseguenze inimmaginabili che potrebbero anche trasformarsi in aggressioni e lesioni nei nostri confronti in situazioni esasperate.
Noi a questo non ci stiamo e chiediamo al sindaco di riparare quanto prima alle sue parole: chiediamo pubbliche scuse e rassicurazioni sulle condizioni in cui operare nella città di Barletta.
La nostra speranza è quella di chiudere al più presto questa spiacevole parentesi e ripristinare un clima di serenità intorno al nostro lavoro, con l’auspicio che tutte le istituzioni competenti, compreso il Comune, si mettano costantemente all’opera per garantirci di svolgerlo al meglio.