Le sigle sindacali Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursingup confermano l’adesione allo sciopero nazionale del 5 dicembre per protestare contro la manovra finanziaria varata dal governo nazionale. Di seguito i motivi della protesta.  Le misure contenute nella legge di bilancio in discussione al Senato non sono in grado né di risollevare il Servizio sanitario nazionale dalla grave crisi in cui si trova né di soddisfare le richieste della categoria che rappresentiamo.

Dalla manovra ci saremmo aspettati un intervento sull’indennità di specificità medica e sanitaria per garantire un aumento degli stipendi di tutti i dirigenti e frenare dunque la fuga dei professionisti verso l’estero e il privato, e invece si è deciso di aumentare le retribuzioni delle prestazioni aggiuntive per abbattere le liste d’attesa, misura che è destinata a non produrre risultati concreti.

Ci saremmo aspettati uno sblocco, anche parziale, del tetto alla spesa per il personale sanitario e un piano straordinario di assunzioni, e invece nessuno ne fa nemmeno cenno.
Ci saremmo aspettati risorse adeguate per il rinnovo dei contratti, e invece scopriamo che i 2,3 miliardi previsti sono messi a disposizione per l’intero comparto sanità, quindi briciole per tutti».

Dopo tante parole e belle intenzioni, ci saremmo dunque aspettati un vero cambio di rotta che mettesse al centro il Servizio sanitario nazionale, e invece siamo stati bersagliati dal taglio dell’assegno previdenziale compreso tra il 5% e il 25% all’anno, una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti. E non ci tranquillizzano le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da esponenti del Governo in merito a possibili modifiche parziali del provvedimento, e non alla sua completa eliminazione.

Infine, come se non bastasse, non abbiamo più notizie dei lavori della Commissione del Ministro Nordio sulla depenalizzazione dell’atto medico. Per noi questo è un aspetto fondamentale che rivendichiamo con forza perché abbiamo bisogno di restituire maggiore serenità ai medici e ridurre il ricorso alla medicina difensiva che costa allo Stato circa 10 miliardi l’anno. «Al Governo chiediamo un segnale di coraggio per dare il giusto riconoscimento ai medici e dirigenti del Ssn. e per evitare il collasso della sanità che deve rimanere pubblica per garantire a tutti il diritto alla tutela della salute».

Sono questi i motivi per i quali il 5 dicembre i medici e i dirigenti sanitari sciopereranno. Sciopereranno contro le decisioni miopi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che di fatto da anni commissaria il Ministero della Salute impedendogli di portare avanti politiche di sistema a favore della sanità pubblica. Sciopereranno contro l’ennesimo mancato intervento contro gli evasori fiscali, che intascano ogni anno 90 miliardi destinati alle casse dello Stato ma che godono dei servizi pubblici – sanità in primis – a spese dei contribuenti onesti, tra cui rientrano a pieno titolo medici dipendenti e pensionati colpiti invece da continue-e-vergognose-stangate. Sciopereranno contro la mancata volontà politica di cercare nuove risorse per la-sanità-pubblica.

Sciopereranno contro l’aumento del finanziamento della sanità privata per l’abbattimento delle liste d’attesa, senza prevedere né un meccanismo di monitoraggio dell’utilizzo delle risorse né l’obbligo del rispetto di diritti essenziali dei lavoratori da parte dei datori di lavoro: i medici dipendenti delle strutture AIOP aspettano da 18 anni il rinnovo del proprio contratto di lavoro.

Scioperiamo perché venga dato rispetto agli specializzandi di area medica e sanitaria attraverso retribuzioni dignitose, diritti e il riconoscimento di formazione adeguata”. I medici e i dirigenti sanitari il 5 dicembre sciopereranno per lanciare un segnale chiaro alla politica: chiediamo rispetto per la nostra professione e per il nostro lavoro; chiediamo che la salute dei cittadini torni Le segreterie aziendali della Asl Bt di Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursingup confermano lo sciopero nazionale di martedì 5 dicembread essere la priorità su cui investire.