Dal primo gennaio 2024 il Mezzogiorno avrà una nuova ed unica Zona Economica Speciale. Opportunità o rischio sotto il vischio? Si è cercato di rispondere a questo quesito ieri nella sede di EY a Barletta con l’appuntamento di Hey Sud, ciclo di talks ideato da Fabio Mazzocca, Sales Responsible South Area Consulting di EY, dal titolo “Un capodanno paz-ZES-co”.

Sino al 31 dicembre le Zes sono otto, dal nuovo anno si verterà verso una centralizzazione, una sola area di attrazione di investimenti per le aziende del sud, che potranno beneficiare di particolari vantaggi: sostegno, sotto forma di credito d’imposta, ai progetti di investimento nelle regioni interessate, esenzioni, semplificazioni amministrative.
«I numeri non sono favorevoli, per soddisfare la sola Puglia servirebbero 8 miliardi di credito di imposta, ci sono limiti tecnici per dirci che la Zes unica possa funzionare» ha detto l’On. Claudio Stefanazzi, Vice Presidente della Commissione per le Questioni Regionali della Camera, che rincara le perplessità sottolineando il rischio di una visione politica dell’autonomia che non giunga a sbocchi per il Paese: «Non vorrei che qualcuno pensi che il Paese sia divisibile, che una parte vada per conto suo e l’altra possa essere commissariata. Questa deriva è pericolosa per tutti» dice l’onorevole.

Uno sguardo favorevole sulla Zes unica viene dipinto da  Donato Notarangelo, presidente Giovani Imprenditori Confindustria Bari e BAT: «Siamo stati tra i primi fautori della Zes unica, il fatto di aver unificato è un vantaggio per le imprese. Bisognerà evitare le incertezze, è una grande opportunità per il Mezzogiorno se non ci sono dubbi sui tempi degli iter e su chi deve autorizzarli. La nostra speranza però è che non ci sia scollamento con il territorio. Avere referenti, commissari sul territorio è fondamentale». Esperienze dirette e testimonianze sui processi delle Zes sono emersi dall’intervento di Angelo Di Giovine, Responsabile affari istituzionali territoriali Enel – Puglia che immaginando una Zes su larga scala dichiara: «Ci saranno sicuramente difficoltà ma rappresenterà la sfida di questo governo, la Zes funzionerà se ci sarà funzionamento globale. Il primo passo è non interrompere le attività commissariali in atto ora». Positività sul tema registrato anche dagli imprenditori, rappresentati durante la puntata tematica di Hey Sud da Margherita Mastromauro, presidente di Pastificio Riscossa F.lli Mastromauro che punta i fari su uno dei rischi. «L’ampiamento della Zes rende la misura interessante. Tra i rischi principali? La speculazione. Se devo fare un investimento e sono interessata ad acquistare volumetrie, in ottica Zes i prezzi stanno subendo un’impennata. Questo è un limite perché se entra in campo la speculazione annulliamo i vantaggi della Zes».

La puntata ha visto in studio tra gli ospiti anche il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Vincenzo Rutigliano ad unire i tasselli del tema e delineare le prospettive per il 2024. «C’è una fase di grande incertezza. Dal 1 gennaio si avvia una nuova fase, chiudono le strutture commissariali che hanno gestito le otto Zes delle regioni coinvolte. Si apre uno scenario nel quale tutti i 2551 comuni, 323 dei quali riguardavano la Zes Adriatica e del Molise, avranno la possibilità di accedere ad agevolazioni senza che vi sia una distinzione fra zone industriali, urbane, produttive e di servizi. Sarà fondamentale capire se la scelta di individuare la Zes unica sarà utile al fine di far diventare questa nuova grande area un punto di riferimento per investimenti».

In questi giorni il Governo è al lavoro per predisporre gli strumenti di attuazione della Zes unica e a giorni si saprà se è tutto pronto per garantire il passaggio tra le diverse strutture delle otto Zes e la struttura della Zes unica o si procederà con una momentanea proroga. «Un capodanno pazzesco? Oggi abbiamo sviscerato minacce e opportunità ha concluso Claudio Meucci, EY Consulting Market Leader – il nostro augurio è che tutti i temi affrontati qui grazie a questo talk di EY vadano sulla scrivania giusta e servano per dare un indirizzo giusto alla strada della Zes unica. Noi di EY siamo arrivati qui in Puglia perché abbiamo visto competenze ed esperienze di valore ed abbiamo avuto ragione».
Parere comune, dunque, è la necessità di una proroga commissariale per portare a termine tutti i procedimenti già iniziati e non interrompere le attività, mantenendo così il ruolo delle strutture territoriali, seppur coordinate centralmente.