Più volte da queste colonne abbiamo avuto modo di esortare le pubbliche istituzioni, in particolare quelle comunali, sulla questione dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Sono tante le situazioni che nel 2024 dovrebbero imbarazzare la città e i suoi amministratori, di destra o di sinistra. Anni di generiche promesse, vane speranze e inutili propositi.

L’appello fondamentale, che oggi appare quasi come un’emergenza sociale, è molto pratico rivolto alla politica e in particolare al Consiglio comunale di Barletta: mettiamo una somma nel prossimo Bilancio che vada a sostenere quegli interventi sugli spazi pubblici per l’accessibilità, eliminando quelle “barriere architettoniche”. Un impegno di spesa in particolare che vada oltre i normali prossimi interventi, che già dovrebbero presupporre il rispetto della Legge. Il finanziamento regionale per il cosiddetto PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) appare come una goccia nell’oceano delle necessità di cui la città ha bisogno, infatti si ipotizzano appena 10mila euro per il prossimo  aggiornamento. E non solo serve intervenire sui corsi principali o negli edifici scolastici, com’è stato previsto dai primi Piani comunali. L’eventuale, giusto, sforzo censitorio previsto da questi deve avere uno sbocco concreto. Le barriere architettoniche sono un problema in troppe zone della città, su troppi marciapiedi, in troppi edifici pubblici, in troppe strutture storiche che vengono adibite a musei pubblici o biblioteche.

La politica se ne occupa? Bene, dimostri concretamente come affrontare di petto le questioni. Nelle prossime settimane si dovrà approvare il nuovo Bilancio di previsione per non ricorrere all’esercizio provvisorio. Quale occasione migliore per intervenire su una problematica che non riguarda solo il disabile in carrozzina, ma anche le mamme con il passeggino, gli anziani con difficoltà di deambulazione; non riguarda la risoluzione dell’atavico problema, troppo spesso da noi denunciato come quello dell’ascensore al Castello; non riguarda solo la difficoltà sui marciapiedi soprattutto nel quartiere Sette Frati; non solo l’accesso al mare e ai suoi servizi; non solo l’accesso ai servizi pubblici. Ma tutto questo.

La politica sia coraggio.