Poche idee e confuse. Sono quelle esibite dal Barletta nella sua peggior versione stagionale, quella di domenica scorsa a Bitonto. Il ko per 2-0 nel derby salvezza ha avuto l’effetto di ridurre a uno il punto di vantaggio dei biancorossi – scavalcati intanto dalla Palmese – sulla retrocessione diretta, allungare a 11 la serie di partite consecutive senza vittorie, digiuno che perdura dal 12 novembre, e inaugurare l’era tecnica con Salvatore Ciullo in panchina con un encefalogramma piatto. Lo stesso che la squadra, incapace di far gol nel 2024, esibisce da settimane. Un fallimento tecnico che ha radici profonde, risalenti all’estate. L’allenatore, pur avendo avuto solo 48 ore a disposizione per conoscere il suo nuovo gruppo, si è assunto tutte le responsabilità nel postpartita del Rossiello.

A Bitonto il Barletta ha preso due gol da una squadra che ne aveva segnati 10 nelle prime 21 partite di campionato e non ha mai calciato nello specchio della porta difesa da Diame. Sintomo di confusione e manovra piatta. Risultato? Un atteggiamento passivo.

Recuperare rabbia e agonismo: questo l’input che il Barletta dovrà cavalcare in occasione della sosta del campionato. Sul banco degli imputati ci sono in particolare gli uomini di esperienza della squadra, incapaci di prendere per mano i compagni in una fase delicata della stagione:

Alla ripresa dei giochi, domenica 18 febbraio, al Puttilli arriverà un Matera in zona playoff. A seguire sarà tempo di far visita alla Gelbison e ospitare il Manfredonia. Ciullo dalla sua avrà 10 giorni di lavoro pieno per capire i margini di crescita della squadra e cambiare magari abito tattico rispetto a un 3-5-2 che produce poco e non contiene gli attacchi avversari. Prima però bisognerà lavorare sulla testa dei giocatori.