Nessuna perizia tecnica sarà eseguita sulle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona in cui sarebbe stato visto per l’ultima volta Michele Cilli, il 24enne di Barletta di cui si sono perse le tracce nella notte tra il 15 e il 16 gennaio di due anni fa. La qualità dei frame sarebbe troppo bassa e scarsa. È quanto disposto dalla Corte di assise di appello di Bari in una ordinanza con cui è stata rigettata anche la richiesta del procuratore generale di una nuova perizia sugli occhiali del 24enne ritrovati nelle campagne di Barletta. A chiedere un approfondimento sulle immagini registrate dai sistemi di sicurezza dell’area del bar in cui Cilli era stato per una festa per poi svanire nel nulla, erano stati i legali di Dario Sarcina, il 34enne condannato a 18 anni e otto mesi di reclusione per omicidio volontario. Con lui è imputato anche Cosimo Damiano Borraccino, di 34 anni, accusato di soppressione di cadavere e condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi di reclusione.

Nelle motivazioni della sentenza del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, ed emessa il 30 marzo dell’anno scorso, si spiega che l’omicidio di Michele Cilli si può collocare “senza ombra di dubbio nell’ambito del controllo sulle piazze dello spaccio gestito dal clan Sarcina”. Per il gup del tribunale di Trani, Ivan Barlafante, “la mancata scoperta del corpo” del 24enne “e le modalità esecutive dell’omicidio qualificano in modo negativo la condotta contestata a Sarcina esaltandone la capacità criminosa, la freddezza nell’ideazione, la precisione nell’esecuzione e infine, l’efficacia nella soppressione del corpo”. La prossima udienza è stata fissata per il 17 luglio quando potrebbe essere emessa la sentenza.