Oltre 100 alberi, 25mila fra piantine e arbusti, 6.000 mq di superficie coperta a prato, 8.000 mq di vegetazione di tipo autoctono. Il Parco dell’Umanità, nuovo polmone verde di Barletta, ha aperto simbolicamente i battenti nel pomeriggio di ieri, alla presenza di autorità, istituzioni e festanti residenti che a lungo hanno atteso che quell’enorme area verde-sin qui più un divisorio che un accumulatore di espressioni ed emozioni-fosse sdoganata. Un interrogativo, però, resta sullo sfondo. Cosa significa “simbolicamente”? Nei fatti la consegna formale non ha ancora una data prefissata, ma i settori comunali che possono avviare nel Parco le attività di propria competenza potranno farlo.  E’ quanto ribadito a chiare lettere dalle recenti comunicazioni in merito all’estesa area di 8500 metri quadri nel cuore della Zona 167, che ospita ormai migliaia di abitanti.

Le bocche sono state a lungo cucite, chiuse, come i cancelli che limitavano il confine tra il parco…e l’umanità. Ieri, con lo start annunciato per la sezione distaccata della biblioteca comunale “Loffredo” e l’accesso consentito agli studenti per la simbolica consegna, è stato tempo anche di fare i conti con una stringente realtà, quella della lentocrazia. La data di inizio lavori è lontana, troppo: 21 ottobre 2013 per “380 giorni di opere complessive”. La conclusione sarebbe stata fissata nel 5 novembre 2014, 17 mesi prima dell’8 giugno 2016. I lavori per l’asse pedonale da 4 milioni di euro definito nella seconda variante al Piano di Zona e reso possibile anche grazie alle quote versate dai residenti nell’arco delle opere di urbanizzazione secondaria (oltre che in buona parte da un cofinanziamento  regionale di  2.262.037 mila euro stanziato  dai  fondi regionali  messi a disposizione per i Piani di Sviluppo Urbani/ città medio/grandi) ” continueranno con la realizzazione di un’area fitness e una sezione giochi per i più piccoli”. In tutto questo, manca una data di definitiva consegna: il tutto tra costruzioni affollate e ravvicinate hanno “conquistato” in passato anche copertine nazionali come esempio di edilizia da censurare. Un po’ di umanità, e non a gettoni, è la richiesta del quartiere. Confidando che sia esaudita-ed esaurita-ben presto.