La casa canonica con sede in via Vitrani, a Barletta, ancora al centro di un’annosa polemica: a riportarla in auge è una nota della consigliera comunale Grazia Desario: «Torna d’attualità all’attenzione del Consiglio Comunale la delibera che permette alla Chiesa del Buon Pastore – le parole della Desario, contrastante con quanto già espresso dal capogruppo Pierpaolo Grimaldi del suo gruppo Area Popolare, facente parte della maggioranza – di costruire in deroga al Piano Regolatore una palazzina di due piani da destinare a casa canonica (sic). Nel 2000 il Comune di Barletta assegna alla Chiesa del Buon Pastore il locale ex chiesa da utilizzare per fini di pubblica utilità.

Dopo varie vicende, viene presentato da parte della Curia un progetto che prevede la demolizione dell’edificio preesistente e la successiva costruzione di un edificio per civili abitazioni…pardon…da adibire a canonica (ben quattro appartamenti) con sovrastante attico..pardon…vano tecnico e un piano terra da adibire  a parcheggio. In un precedente Consiglio Comunale si fa presente che la furbesca destinazione del piano terra contrastava con lo stato dei luoghi, in quanto si doveva distruggere (cosa ormai all’ordine di giorno) l’antistante aiuola. Allarme Vaticano alla sede Episcopale di Trani! Possibile che si è così poco attenti a bleffare? Allora ci si inventa una variazione d’uso del piano terra finalmente confacente alla finalità per cui si era concesso l’uso dell’immobile facendolo diventare Oratorio! A questo punto mi sorge spontanea una domanda: nel momento stesso che hanno cambiato la destinazione del piano terra, significa che la casa canonica (4 appartamenti) non era elemento sufficiente per considerarla opera di urbanizzazione! Orbene, mi chiedo, è possibile che un terzo (il piano terra adibito ad oratorio) dell’edificio abbia una valenza come opera di urbanizzazione al resto dei due terzi? Ho seri dubbi sulla bontà giuridica dell’intervento considerando, tra l’altro,  che la parrocchia del Buon Pastore è dia dotata di casa canonica. In conclusione, io chiedo – conclude la Desario – che l’Amministrazione ritiri il provvedimento e che destini il locale esistente a palestra per l’adiacente campo sportivo Lello Simeone e che sia a disposizione di tutto il quartiere Medaglie d’oro».