In vista delle Elezioni politiche del prossimo 4 marzo stiamo conoscendo meglio i candidati barlettani al Parlamento. Incontriamo Anna Rizzi Francabandiera che si presenta per l’uninominale con l’esperienza politica di Liberi e Uguali, formazione guidata da Piero Grasso formata da Sinistra Italiana, MdP-Articolo uno e Possibile.

Qual è la sua esperienza passata, il suo percorso in campo politico nel territorio?28080064_10213724156111578_11903861_o

«Ho alle spalle un’esperienza amministrativa come consigliere comunale del PCI nei primi anni ‘90 quando non c’era ancora l’elezione diretta del sindaco, quindi la mia scelta non è improvvisata. Veniva da una lunga militanza, prima come volontaria e poi lavoratrice nella CGIL, iniziata già nell’81. Qui ho imparato tanto, soprattutto nella Camera del Lavoro di Barletta dove si era in contatto soprattutto con le aziende del tessile e del calzaturiero, settore in cui mi sono specializzata diventando segretaria della lega CGIL che si occupava di questo sino poi a diventare segretario generale del settore tessile; responsabile regionale dell’AUSER, poi ancora nello SPI a fianco dei pensionati e delle loro problematiche, responsabile del patronato della Cgil di Bari. Nel 2013 mi sono rimessa in gioco politicamente con SEL confluita in Sinistra Unita, candidandomi al Consiglio comunale; poi Cascella mi ha nominato Vicesindaco e Assessore alle Politiche Sociali. Ora sono consigliere comunale di Sinistra Unita».

Perché ha scelto di candidarsi come parlamentare?

«In realtà mi hanno proposto di candidarmi alle Politiche, io avevo dato la mia piena disponibilità a essere candidata in qualunque collegio se lo avessero voluto, pronta anche a fare un passo indietro. Disponibile a una compagna elettorale molto faticosa in cui ci ho messo la faccia. Me l’hanno chiesto i compagni di MDP, una delle componenti che formano il cartello politico di Liberi e Uguali, progetto a cui mi sento assolutamente vicina».

LeU, formazione che unisce le varie componenti a sinistra del Partito Democratico. Perché l’elettore dovrebbe affidare il proprio voto, e dunque la propria fiducia, a Liberi e Uguali? Perché a lei?

«LeU si presenta come la vera sinistra, l’unica alternativa di sinistra. Innanzitutto la fiducia devono darla al progetto di Liberi e Uguali, che mette al centro il lavoro e la difesa delle fasce sociali più deboli: il problema di oggi è che si stanno perdendo i valori e la concezione della sinistra, che deve essere tuttavia una sinistra di governo, capace di intervenire laddove stanno togliendo dei diritti ai lavoratori come si è fatto con il Job Act; bisogna combattere la disoccupazione, ormai ci sono persone che non cercano più il lavoro con gli uffici di collocamento e dunque sfuggono alle statistiche addirittura. Bisogna mettere al centro il lavoro perché vuol dire anche interessarsi ad una serie di tematiche a esso collegate come la formazione o il concetto di legalità. Il lavoro è, non solo il viatico per l’emancipazione della persona, ma anche il modo di affermare la famiglia e la collettività. La mia storia parla chiaro: ho sempre sostenuto la libertà e la dignità delle persone; per questo voglio crederci, principalmente nel progetto politico».

Rivolga un appello agli elettori, soprattutto a quella corposa parte di astenuti presente in ogni collegio elettorale italiano che potrebbe fare la differenza nei risultati.

«Bisogna rivolgersi alle tante persone sfiduciate dalla politica, che in questi anni non hanno più votato perché fatta solo di proposte arroganti; dobbiamo tornare a parlare di contenuti, a quelle persone che si sono allontanate: partecipate alla vita politica attiva! Infatti, LeU si propone di partire dalle persone per dare spazio ad una reale democrazia».