E’ un “giorno di festa”, oggi, per Francesco Raiola, il militare salernitano dell’Esercito che, dopo sette anni di procedimento giudiziario concluso con l’accertamento della sua estraneità rispetto ai fatti contestati, rientra in servizio alla caserma di appartenenza, l’82esimo Reggimento Fanteria di Barletta. Il militare beneficia degli effetti di una norma che prevede la riammissione in servizio per i casi di chi e’ stato vittima di errori giudiziari, inserita nel Decreto Legislativo sul riordino delle carriere del personale delle Forze Armate. Nel 2011, Raiola, 37enne originario di Scafati ma residente a Castel San Giorgio, nel Salernitano, viene arrestato con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito di un’inchiesta della procura di Torre Annunziata, poi trasferita per competenza territoriale a Nocera Inferiore come chiesto dal suo legale, l’avvocato Andrea Castaldo. Intanto, il militare trascorre 21 giorni, di cui 4 in isolamento, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano e quasi cinque mesi di arresti domiciliari.

All’udienza preliminare, viene prosciolto da ogni accusa. Si scopre, quindi, che Francesco Raiola e’ vittima di un errore giudiziario. Non riesce, pero’, a riavere il suo lavoro. Vive collaborando con un’impresa del suocero ma, al contempo, intraprende una lunga battaglia per poter essere reintegrato tra le forze armate. Chiede aiuto alla politica e ai vertici del ministero della Difesa e dell’Esercito Italiano. Scrive, finanche, una lettera di proprio pugno al presidente della Repubblica. “Ho avuto uno Stato che mi ha voluto aiutare in tutto e per tutto perche’ si e’ reso conto della gravita’ dell’errore che c’e’ stato e ha preso provvedimento per ridare, a me come ad altri, cio’ che era nostro”, dice Raiola, raggiunto al telefono dall’Agi mentre rientra da Foligno (Perugia) dove ha ricevuto l’idoneita’ al servizio militare da parte della Commissione medica che significa reintegro. Per questo “ringrazio la politica tutta, il ministero della Difesa e il sottocapo di Stato Maggiore per l’impegno portato avanti per il mio caso”, conclude.