Tre partite nelle quali giocarsi il tutto per tutto, garantendosi almeno i playout e poi tentare di arrivarci con la migliore posizione possibile. Comincia l’ultimissimo spicchio della stagione del Barletta 1922, che domenica prossima sarà ospite di un Martina ormai quasi certo della seconda posizione e, tempo stesso, di non poter più raggiungere il primo posto occupato dalla Team Altamura.

Un match sulla carta proibitivo per i biancorossi di mister Ciullo, che contro il Casarano non sono riusciti ad incidere, palesando i consueti problemi in fase di finalizzazione, pur al cospetto di un avversario incerottato e con poche protese. Determinante sarà cercare di portare a casa un risultato positivo in terra itriana per poi cogliere bottino pieno nella sfida interna contro il Fasano. Proprio la formazione biancazzurra è da tenere sott’occhio per più aspetti. Innanzitutto, finisse così il campionato, sarebbero proprio i fasanesi gli avversari di Camilleri e compagni ai playoff. Un crollo vertiginoso per il Fasano, simile a quello vissuto dal Barletta, e che rende la squadra di Tiozzo un avversario ipoteticamente giocabile in una sfida secca.

Va però sottolineato un altro aspetto, ovvero quello del calendario, essendoci domenica prossima Fasano-Santa Maria Cilento. E allora entra in gioco ”quota 8 punti”: è sufficiente infatti questo distacco per non disputare i playout tra la sestultima e la terzultima da una parte o tra la quintultima e la quartultima dall’altra. A -8 o su di lì il Barletta non giocherebbe gli spareggi salvezza, così come ovviamente non li giocherebbe se arrivasse penultimo(Bitonto a -3 ndr). Insomma, una situazione difficile per i biancorossi ma non impossibile. Servirà fare almeno quattro punti per non dover dipendere dagli altri risultati, un traguardo che deve essere nelle corde di una squadra che, pur con evidenti limiti tecnici, dovrà dimostrare sul campo di essere in grado almeno di giocarsela fino alla fine. Cominciano tre settimane di fuoco in casa Barletta, a cui si spera possa aggiungersene un’altra a lieto fine.

A cura di Giacomo Colaprice