Un gruppo misto di attori professionisti e di abitanti della zona caratterizza “Castelrotto” opera prima del regista marchigiano Damiano Giacomelli le cui musiche originali portano la firma di Peppe Leone, compositore e polistrumentista pugliese, di madre barlettana e padre andriese. Giacomelli e Leone saranno a Barletta, al Politeama Paolillo venerdì 3 maggio per presentare il film (proiezioni ore 18.30 e 21.00) e incontrare il pubblico in sala alle ore 20.15.

“Castelrotto nasce da un interesse per la cronaca locale del mio territorio, l’entroterra maceratese, negli anni immediatamente precedenti il sisma 2016 – evidenzia il cineasta nelle note di regia – Il periodo in cui anche su scala locale la carta stampata ha ceduto definitivamente il passo alle pubblicazioni on line”.

Nato nel 1983 a Tolentino, Damiano Giacomelli dopo gli studi universitari in comunicazione e un master in scrittura cinematografica, si approccia come filmmaker indipendente in inchieste televisive a tema sociale. Nel suo percorso da regista i corti pluripremiati “Spera Teresa” e “La strada vecchia”, il documentario “Noci sonanti” in tandem con Lorenzo Raponi.

“Castelrotto”, titolo di fantasia, primo lungometraggio girato quasi completamente a Torchiaro, frazione di Ponzano di Fermo, richiama un paesino sempre più svuotato, fra i Monti Sibillini, nella provincia di Macerata. Voce e dialoghi pensati in dialetto, condivisi dal cast: Giorgio Colangeli, Fabrizio Ferracane, Antonella Attili, Denise Tantucci, Mirco Abbruzzetti, Giorgio Montanini. Un noir particolare, che racconta di Ottone (Colangeli), ex maestro elementare e maestro in pensione, che approfitta di un caso di cronaca per riprendere la penna in mano e vendicarsi di un vecchio torto subito. Un revenge movie sulle fake news di paese guidato da un testardo e ingenuo Donchisciotte.

Consensi e applausi al Torino Film Festival, al Sudestival di Monopoli per “Castelrotto” sceneggiato, diretto e prodotto da Damiano Giacomelli per YUK! film con il sostegno di Marche Film Commission, Ministero della Cultura; fotografia Eugenio Cinti Luciani; montaggio Enrico Giovannone; scenografia Davide Marchi; costumi Roberta Spegne.

Fondamentale l’apporto musicale di Peppe Leone che ha sancito la perfetta combinazione tra i due linguaggi artistici. Con tamburello e percussioni Leone accompagna sonoramente stati d’animo e situazioni dei personaggi. Passione, genialità, bravura, professionalità connotano il curriculum di Peppe, già avvezzo a sperimentazioni con la settima arte. Suona stabilmente con Vinicio Capossela ma ha girato il mondo esibendosi in famosi festival internazionali.