L’attività produttiva della Timac Agro continua. Il sequestro operato in mattinata dai carabinieri della compagnia di Barletta riguarda infatti il perimetro esterno dell’azienda sita in via Trani e specializzata nella produzione di fertilizzanti. La decisione di apporre i sigilli all’area deriva dalla necessità di eseguire rilevamenti sull’inquinamento di terreno e falda: l’ultima richiesta di bonifica ad hoc del sito-avanzata dall’amministrazione comunale e dalla Provincia-risale a settembre 2015 e fu seguita da una accesa conferenza dei servizi. L’Arpa Puglia comunicava all’epoca in una nota «la necessità di avviare un piano di caratterizzazione da parte della Timac”, essendo stato dichiarato sito contaminato, determinando le condizioni per dare seguito al procedimento ambientale di Messa in sicurezza operativo per la matrice suolo per contaminazione di piombo, rame, e zinco di cromo esavalente e solfati per la matrice acqua di falda, naturalmente finalizzata a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente per quanto riguarda il rischio sanitario a tutela della salute pubblica». Ora la prima necessità sarà quella di capire se gli stabilimenti balneari utilizzano, anche per le docce, acqua potabile o attingono dalle falde e se queste siano contaminate: nel secondo caso sarebbe indispensabile sospendere immediatamente l’erogazione.
La lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Trani, che ha disposto il sequestro preventivo dell’area, si concentra dunque sul superamento limiti dei valori di inquinanti nel suolo e nella falda, avvenuto più volte nel recente passato: così come al tempo stesso in più occasioni era emersa la volontà di costituire una rete di monitoraggio tra i diversi soggetti pubblici al fine di acquisire e valutare in modo organico tutti i dati necessari per far fronte ai rischi ambientali. Già nel 2002 l’azienda era stata al centro di una indagine per inquinamento ed era finita sotto sequestro.
