«Nella notte tra il 3 e il 4 novembre il Blocco Studentesco ha voluto celebrare la data del 4 novembre con l’affissione di alcuni striscioni a Barletta e in tutta Italia con su scritto ‘Celebra l’eroe non il rifugiato» Ha inizio così la nota di Andrea Augenti, portavoce nazionale del movimento. Un’«azione per ricordare la vittoria dell’Italia nella Grande Guerra e il sacrificio di decine di migliaia di ragazzi della gioventù italiana, come ad esempio i giovanissimi della classe del’99. Mentre oggi assistiamo ad un vero e proprio rovesciamento dei valori, la nostra classe politica e le sue compagini studentesche, ci impongono infatti la ‘celebrazione’ dei cosiddetti rifugiati, ovvero persone che fuggono dalla propria terra, spesso lasciando le proprie famiglie ma soprattutto abbandonando la Patria al proprio destino».

«Con questa azione – continua la nota di Augenti – intendiamo ribadire la nostra scelta nel celebrare chi ancora oggi è in grado di combattere per qualcosa di più grande come la propria Nazione, chi parla di doveri verso la Patria e non solo di ‘diritti’, chi è pronto al sacrificio massimo della vita per difendere tutto ciò. Oggi è fondamentale che i giovani del nostro paese ritrovino se stessi nelle proprie origini e nello spirito che mosse i più alti esempi della nostra storia da Romolo a Cesare, da Garibaldi a Mazzini fino a Mussolini e si facciano di conseguenza carico del destino della nostra nazione. Oggi come ieri, riconosciamo nel sacrificio della trincea, nell’onore della prima linea e dell’ultima carica, quegli Italiani che hanno costruito e difeso la Patria come massimo esempio di dedizione ad essa. Come pure riconosciamo tutt’oggi quegli eroi e quei Popoli che, difendono con lo stesso spirito e abnegazione, la propria Terra come in Siria, Libano e Birmania(Karen State).Riscoprire i proprio Padri fondatori, e riattualizzare lo spirito che li mosse per andare all’assalto del futuro – conclude la nota– perché il futuro non si reclama come un diritto ormai scaduto, ma si conquista combattendo».