Un venerdì all’insegna di intrighi e tinte fosche, amori e passioni proibite quello vissuto il 4 gennaio nel Teatro Curci di Barletta, che ha ospitato fra un fiocco di neve e l’altro Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni–Tozzetti e Guido Menasci e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. La scelta di abbinare le due opere, come spiegato da Francesco Monopoli in apertura di serata, nasce da un’intenzione remota, appartenuta già allo stesso Mascagni dopo il debutto di Pagliacci al Metropolitan Theater di New York nel lontano 1893, al punto che le due opere teatrali risultano al momento imprescindibili l’una dall’altra. Il corredo che accomuna i due capolavori è sicuramente il calore dell’ambiente rustico, il richiamo ad una cultura semplice, popolana, meridionale, con il meraviglioso sfondo della Sicilia e della Calabria premoderne.

Così, con la meravigliosa introduzione musicale dell’orchestra sinfonica di Lugansky coordinata dal direttore Nazar Iatskiv e avvalsa della regia di Carlo Antonio De Lucia, Silvana Froli, Piero Giuliacci, Idilia Annese, Giulio Boschetti, Gabriella Colecchia, Margherita Pugliese, Maurizio Leoni e Jacopo Di Pasquale insieme al Coro Lirico Italiano hanno donato al pubblico i complotti, i “garbugli”, gli amori di Santuzza, Alfio, Turiddu, Lola e le avventure e disavventure di Canio il Pagliaccio, di Nedda, Tonio, Arlecchino, avvalendosi di una scenografia essenziale ma accogliente, che ha lasciato agli spettatori un ammaliante velo di mistero e suspense. Così, di fronte ad una platea trepidante, Canio, nascondendo il suo dolore sotto il trucco da Pagliaccio, saluta il pubblico e si congeda. Cala il sipario e la magia del teatro rimane impressa, fra gli applausi e i boati entusiasti. La 35a stagione concertistica del Teatro Curci non finisce qui: previsto per il 6 gennaio lo spettacolo tratto da un’idea di Giorgio Rossi Col naso all’insù, per una nuova emozionante storia.

A cura di Carol Serafino