Christian Binetti, presidente della compagnia teatrale Cartella di Legno ci ha parlato del progetto “Food è social”, nato in collaborazione con L’Albero della vita e molte altre realtà sociali del territorio. Un messaggio forte contro lo spreco alimentare che è partito proprio dal centro della società: le scuole.

Com’è nata l’idea di questo progetto “Food è social”, contro lo spreco alimentare?

«Avevo l’esigenza di aprirmi ad una nuova tematica sociale con qualcosa che fosse utile al mio territorio. Valentina de L’albero della vita mi ha contattato affinchè lei potesse avere la possibilità di concretizzare un suo desiderio, ovvero quello di unire il mondo social, da me rappresentato e il mondo sociale, rappresentato da loro che si occupano di famiglie ingenti del territorio barlettano. Insieme abbiamo deciso di costruire questo progetto Food è social e di parlare di sprechi alimentari. Inizialmente non credevo ci fosse la “necessità” di una sensibilizzazione del genere.»

In che modo l’hai sviluppata in sinergia con le altre realtà coinvolte?

«L’albero della vita essendo da diversi anni sul territorio ha coinvolto sin da subito realtà importanti che ci hanno consentito poi di vincere un bando perché l’attività è stata promossa e premiata tramite un bando del CSV di volontariato di Bari. Per arricchire l’evento hanno cercato la collaborazione con realtà tipo quella di cui sono presidente “Cartella di legno”, io poi ho coinvolto una mia amica farmacista, Daniela Dagnello, che è stata collante di tutto questo, abbiamo bussato alle porte della Coop Alleanza 3.0 che da diversi anni lotta contro lo spreco alimentare, con la Regione abbiamo trovato sin da subito un grande sostegno da parte di Ruggiero Mennea, primo firmatario della legge contro lo spreco alimentare, che ha portato anche in Parlamento.»

Raccontaci la reazione più interessante che ti sia rimasta impressa tra quelle delle classi coinvolte.

«Ricordo lo stupore dei ragazzi, un’emozione condivisa anche da me perché spesso io stesso non so sfruttare al meglio il cibo e mi è capitato alle volte di buttare via delle cose che non sapevo si potessero riutilizzare a livello culinario e quindi vedere gli occhi di questi ragazzi che magari saranno i gestori di attività ristorative del domani o anche semplici genitori, mi ha fatto comprendere l’importanza che proprio loro per primi dovessero essere informati.»

Raccontaci un aneddoto riferito allo svolgimento del progetto.

«Non ci sono mancati sacrifici e problemi che sono nati intorno allo stesso argomento da noi scelto, in virtù di un forte scetticismo presente intorno a questo problema.»

Ieri la serata conclusiva, qual è stata la risposta della cittadinanza al vostro incontro a porte aperte?

«L’evento è andato benissimo, oltre le aspettative. Sono contento che il mio monologo sia piaciuto, molti l’hanno considerato “d’impatto”. Il siparietto alla “Maurizio Costanzo” che abbiamo creato è stato percepito nel giusto modo da parte della platea. Probabilmente quest’iniziativa arriverà nelle piazze della città per sensibilizzare maggiormente. Insomma possiamo dirci pienamente soddisfatti.»

Da cosa deriva il nome del monologo “Undicesimo comandamento: non sprecare” che hai recitato durante la serata conclusiva?

«Questo monologo è un po’ una provocazione, fatto senza grandi strumenti scenici, senza tante pretese, rappresenta soltanto Christian attore a tu per tu con le persone in un discorso contro lo spreco alimentare. Un vero e proprio viaggio che faccio attraverso i cattivi esempi che ci vengono dati dal web, dalla tv, da alcune tradizioni culinarie, dalle cene con gli amici. Il tutto in curiosità ed aneddoti che dovrebbero far riflettere su quanto davvero sia importante avere una legge contro lo spreco per difendere chi il cibo non ce l’ha e soprattutto una sorta di 11esimo comandamento, una visione impostata sull’etica della legge introdotta in Regione. Credo che tra i comandamenti ci dovrebbe essere anche quello di non sprecare.»