Spesso il cibo ha il potere di confortare, soddisfare un bisogno emotivo, dare un senso di serenità. Non a caso nella lingua inglese è stato coniato il termine “comfort food”, ovvero cibo che coccola, ci fa sentire protetti e appagati. Di solito si tratta di piatti legati a un ricordo d’infanzia, alla tradizione e agli affetti.
La tradizione barlettana è ricca di piatti tipici del periodo pasquale che uniscono le famiglie nella preparazione e nel momento del pasto. Quest’anno, purtroppo, non sarà possibile riunirsi in grandi gruppi per festeggiare la Pasqua, ma è possibile portare in tavola i piatti della tradizione, magari chiamando i nostri nonni o genitori per ricette e consigli, in modo da accorciare le distanze e vivere attraverso i sapori il piacere degli affetti familiari.
Innanzitutto è bene cominciare con l’antipasto immancabile sulle tavole barlettane la domenica di Pasqua: “U Bnditt”. Si tratta di un piatto in cui vengono accostati uova sode, fette di arancia, salumi come la soppressata e formaggi come la ricotta. Pare che il nome “Benedetto” derivi dalla tradizione secondo cui il capofamiglia benediceva la tavola con un ramoscello di ulivo intinto nell’acqua benedetta.
Il resto del pranzo può svolgersi secondo le preferenze di ogni famiglia, non necessariamente a base di agnello, mentre la tradizione torna preponderante al momento del dolce. Per preparare i dolci tipici della Pasqua occorre mettersi all’opera nei giorni precedenti, per cui il nostro consiglio è quello di procurarsi subito una ricetta, che sia quella di famiglia o una trovata su internet, e inserire gli ingredienti nella lista della spesa.
Famosissime sono le scarcelle, dolci di pasta frolla ricoperta di glassa, di forma varia. Le più tradizionali sono a forma di corona, oppure di forma tonda con una croce al centro. Sono generalmente decorate con uova sode o di cioccolato, da incastonare nella glassa prima che si raffreddi.
Simili ma al tempo stesso diversi sono i taralli di Pasqua, anche detti “taralli con lo scileppo”, dove lo scileppo non è altro che una glassa a base di acqua e zucchero. Questi dolcetti sono preparati con la metodologia tipica dei taralli scaldati pugliesi, ovvero con una bollitura seguita dalla cottura in forno.
Infine c’è l’agnello in pasta di mandorle. Ben lontano dall’agnello in carne e ossa, questo dolce a base di pasta di mandorle può essere consumato anche da vegetariani e da chi sceglie di non mangiare agnello a Pasqua. Molto scenografico, è possibile divertirsi con le decorazioni. Ciò che non può mancare, a meno che non siate scultori, è uno stampo a forma di agnello.
Questa lista è certamente incompleta, poiché ogni famiglia ha le proprie tradizioni e le proprie ricette che si tramandano. Non ci resta che pensare a quali siano i nostri comfort food del periodo pasquale, ricordare i gesti dei nostri nonni e genitori nella preparazione e lasciarci confortare dai loro sapori.