Dopo circa due mesi di inattività dovuta all’emergenza Coronavirus, oggi i locali della Puglia possono finalmente ripartire, naturalmente nel rispetto delle norme anti-contagio elencate nel Dpcm emanato dal Governo. Chiaramente andare in un bar, un ristornate o una pizzeria non sarà più come prima, ma gli esercenti di Barletta sperano che i concittadini non siano troppo spaventati e accettino di rispettare delle semplici regole.
Nicola Bailon, proprietario della pizzeria “Il Buco”, si dice ottimista riguardo questa opportunità di ripartire. Nel suo locale i tavoli saranno distanziati di circa 3 metri, con un taglio di circa il 70% dei posti a sedere per quanto riguarda la sala interna e del 30% per i tavoli all’aperto. «Anche se nel decreto sono state ridotte le distanze obbligatorie tra i tavoli, preferiamo garantire la serenità e la sicurezza dei nostri ospiti. Sarà possibile ottenere un tavolo solo su prenotazione e gli operatori saranno dotati di mascherine e visiere. Lavorare su prenotazione permetterà a tutti di lavorare meglio. Se ci giochiamo bene questa carta nessuno si ammalerà e potremo tornare alla normalità». Nel periodo buio della chiusura Bailon dice di aver vissuto dei bei momenti, grazie ai clienti affezionati che hanno dimostrato la loro vicinanza. «É stato piacevole incontrare clienti che facevano richiesta del servizio a domicilio per darci una mano. L’emergenza ha tirato fuori il meglio da alcune persone, e mi sono convinto che potremo andare avanti solo rispettandoci».
Fabio Stella, proprietario del “Caffè 57” afferma che per i bar le normative sono meno chiare rispetto a quelle che si riferiscono ai ristoranti. «Seguiremo le regole che avevamo adottato prima della chiusura totale delle attività, con qualche aggiunta. Mascherine, distanze da rispettare sia al bancone che tra i tavoli, igiene frequente delle mani. Fortunatamente non c’è obbligo di portare i guanti, che se portati per molto tempo diventano ricettacolo di sporco». Nonostante tutto Stella è ottimista: «Sono molto felice di poter riaprire la mia attività e ridare lavoro ai miei dipendenti. Da esercente non posso essere pessimista».
Un po’ più cauto è Antonio Demattia, proprietario del ristorante “Il Posticino”. Per lui la riapertura avverrà nel fine settimana, in quanto il ritardo nell’emanazione di un protocollo ben preciso non gli ha dato il tempo materiale di organizzare una riapertura in sicurezza. «Già prima dell’emergenza i nostri tavoli rispettavano le distanze tra loro- ha dichiarato- ma per distanziare di un metro i commensali di uno stesso tavolo dovremo tagliare notevolmente il numero dei coperti. Per fortuna ci sarà garantito il 50% in più di suolo pubblico per i tavoli all’aperto. Tutti gli operatori avranno le mascherine e i clienti dovranno indossarle quando percorreranno gli spazi in comune». Oltre a queste regole, i clienti che si recheranno al ristorate dovranno fornire i propri dati, che saranno conservati per 14 giorni, in modo da essere rintracciabili nel caso in cui uno dei commensali si riveli positivo al Covid-19. «Spero che queste regole non siano percepite male dai clienti e che non si perda la voglia di andare a cena o a pranzo fuori. Temiamo anche un accanimento dei controlli nei confronti dei locali. Da parte nostra ci sarà completo rispetto, ma ci dovrà essere tanta collaborazione».