Un impianto che funzionerà sostanzialmente come una lavatrice: le acque di falda inquinate verranno prelevate, bonificate e reimmesse nel sottosuolo grazie ad una soluzione innovativa sperimentata da poche aziende in Puglia. Lo stabilimento Timac di Barletta, specializzato nella produzione di fertilizzanti per l’agricoltura, annuncia un passo importante per la salvaguardia ambientale dell’area industriale di via Trani. Ricevuto il via libera della Regione, la multinazionale guidata dall’ingegner Pierluigi Sassi si prepara a potenziare ulteriormente le misure di messa in sicurezza della falda. I lavori per la realizzazione dell’impianto saranno cantierizzati a fine agosto, per un costo di 350 mila euro a cui si aggiungeranno 60 mila euro annui per la gestione, e potrebbero vedere la conclusione entro la fine del 2020.

L’auspicio – dicono dallo stabilimento di via Trani – è che la seconda fase del monitoraggio ambientale avviato dal Comune possa finalmente fare chiarezza sulle origini dell’inquinamento della falda. La contaminazione avviene a monte dell’area industriale – spiegano dalla Timac – ma a farne le spese sono purtroppo le aziende che si trovano a valle, in prossimità del mare.

Un anno fa la ripartenza dopo la revoca della procedura di licenziamento collettivo ed il dissequestro dell’azienda da parte della magistratura. Lo stabilimento Timac di Barletta sta riprendendo a pieno regime le sue attività al termine del periodo di lockdown imposto dall’emergenza sanitaria.