Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che festeggiavano la morte della dittatura e speravano nella fine della guerra. La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze, ma quel 25 luglio, alla notizia che il duce era stato arrestato, c’era solo la voglia di far festa – spiegano Roberto Tarantino, presidente dell’ANPI BAT e Cosimo Damiano Matteucci, referente dell’Ambulatorio Popolare di Barletta».

«A Campegine, i Cervi insieme ad altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte. Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta. Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi con burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano un pasto vero di lusso. C’era la fame, ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di “riprendersi la piazza” con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando, sfilate farlocche e di divieti.

Di quel 25 luglio, di quella pagina di storia italiana, è rimasto poco nella memoria collettiva, eppure c’è stato in tutta Italia, in quella data, uno spirito genuino e pacifico di festa popolare: prima dell’8 settembre, dell’occupazione tedesca, della Repubblica di Salò. Prima delle brigate partigiane e della Lotta di Liberazione.
L’ANPI BAT e L’ambulatorio popolare di Barletta, per la prima volta nella nostra provincia, vogliono rivivere la storica pastasciutta di Campegine, riproponendo la stessa formula di ritrovo spontaneo e festoso. Per ricordare una data simbolica della nostra storia».

L’appuntamento è per venerdì 24 luglio 2020 alle 19,30 presso il Ristorante “La Locanda dei Falchi”, Piazza Plebiscito n. 19