Il Caso Pantani” in programma mercoledì 14 ottobre (ore 19.00) alla Multisala Paolillo si snoda lungo un periodo di cinque anni nella vita del tenace campione romagnolo, la cui storia è finita in un gioco al massacro che non gli ha dato via di scampo.

A 16 anni dalla scomparsa del Pirata, il film di Domenico Ciolfi porta sul grande schermo la sua vicenda. “Il Caso Pantani” con il significativo sottotitolo “Omicidio di un Campione” è un noir contemporaneo, un thriller, ma anche un film d’inchiesta. Una ricostruzione della vita del ciclista che svelerà particolari inediti sulla sua morte. Marco Pantani è stato ucciso due volte: a Madonna di Campiglio, vittima di una provetta manipolata e a Rimini; cinque anni dopo, dove verrà trovato solo, disteso a terra, a petto nudo, il giorno di San Valentino.

Un racconto compreso tra il 5 giugno del 1999 ed il 14 febbraio 2004 con le tre fasi della breve vita del campione: tre anime, tre interpreti, un solo uomo. Il Caso Pantani è la storia di un atleta che è diventato un mito. Un mito che è stato distrutto. Una vittima che non ha ancora avuto giustizia.

Il Pirata” o “Panta” ottenne ben 46 vittorie nel corso della sua straordinaria carriera. Un eccezionale asso del ciclismo italiano e mondiale, forse l’ultimo capace di entusiasmare le folle di tutte le nazionalità lungo le strade di Tour e Giro.

Il film diretto da Domenico Ciolfi e distribuito da Koch Media comprende anche inserimenti con immagini d’archivio delle imprese sportive di Pantani. Come già annunciato, è diviso in tre atti interpretati da tre attori diversi per ognuna delle fasi che corrispondono anche a tre diversi luoghi: Marco Palvetti per la sua storia a Cesenatico, Brenno Placido a Madonna di Campiglio e Fabrizio Rongione per la parte di Rimini: Nel cast anche Francesco Pannofino, Libero De Rienzo, Emanuela Rossi e Gianfelice Imparato.

A Brenno Placido (figlio di Michele Placido) tocca il Pantani più giovane, il favorito del Giro, squalificato per doping in maniera improvvisa. “Non è stato facile – afferma l’attore – inizialmente ho avuto qualche tentennamento, ma il regista mi ha aiutato molto, è stata una fiducia reciproca e ho fatto del mio meglio. Partendo dal libro Il caso Pantani di Luca Steffenoni, approfondendo l’argomento e studiando la documentazione raccolta da Ciolfi, mi sono reso conto di quante imprecisioni esistano ancora sulla sua morte. Il film sul grande schermo offre, dunque, una grande opportunità per scavare nel passato, riflettere e rimettere in discussione certi temi, ricordando una leggenda del ciclismo, un personaggio di cui essere orgogliosi”.