Maledetto Modigliani” in programma mercoledì 14 ottobre alla Multisala Paolillo (ore 19.00 – ore 21.30) è un ritratto che si spinge oltre la leggenda e racconta la vita e la produzione di Amedeo Modigliani (1884 – 1920), artista maledetto, ribelle, genio scandaloso e maestro indiscusso del Novecento, pittore d’avanguardia divenuto un classico contemporaneo amato e imitato in tutto il mondo.

A 100 anni dalla morte il documentario diretto da Valeria Parisi, scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi, rappresenta uno straordinario e imperdibile evento per gli appassionati dell’arte e del grande schermo.

Livornese dalla vita breve e tormentata, Dedo o Modì, come fu soprannominato, viene qui narrato da un punto di vista originale: quello di Jeanne Hébuterne, l’ultima giovane compagna, che si suicidò due giorni dopo la morte dell’amato, avvenuta all’Hopital de la Charité di Parigi il 24 gennaio 1920. All’epoca Jeanne era incinta e lasciò una figlia di un anno.

Per la realizzazione del documentario, le autrici si sono ispirate alla Mostra “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution” curata da Marc Restellini e in programma all’Albertina di Vienna, attingendo alle immagini delle opere esposte anche alla National Gallery of Art di Washington, nei musei e nelle collezioni di Parigi e nella grande mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” del Museo della Città di Livorno.

Per comprendere Modigliani, quarto figlio di una famiglia di origini ebraiche sull’orlo di una crisi finanziaria, bisogna partire proprio dalla sua Livorno e da una provincia italiana che sin dagli albori gli è troppo stretta. Modigliani decide di partire e andare in cerca di altro. Va a Firenze, poi a Venezia. Arriva a Parigi nel 1906, a 21 anni. Nella capitale francese nasce la sua leggenda: tombeur de femmes, alcolista, artista maledetto. In realtà è un uomo che maschera una malattia, che si aggrappa alla vita e alla propria arte. Ha una verità da trasmettere: valori universali racchiusi nella semplicità di linee e volti che ne fanno uno dei maggiori esponenti di primo Novecento e un classico del XXI secolo.

Giocando tra riprese della città di oggi e foto e filmati d’archivio in bianco e nero, la voce narrante di Jeanne racconta di quella Parigi di inizio secolo, polo d’attrazione per pittori e scultori da tutta Europa. Quelli che allora facevano la fame e oggi valgono milioni, primo fra tutti proprio Modigliani. Durante il suo errare Modì incontra un’aspirante poetessa russa, la ventenne Anna Achmatova, e la giornalista e femminista inglese Beatrice Hastings. Tutte donne che raffigura e i cui volti, diventano icone stesse della sua arte.

Il suo orizzonte immaginativo – comune a Pablo Picasso, a Constantin Brancusi e a molti altri – è quello del primitivismo, un altrove nello spazio e nel tempo in cui gli artisti delle avanguardie cercano il ritorno alla natura, minacciata dalla modernità. Ma Modigliani declina il primitivismo in una maniera unica, fondendolo con la tradizione classica e rinascimentale. 

Nel documentario ci sono gli interventi di Marc Restellini, Paolo Virzì, Simone Lenzi, Gérard Netter, Antonio Marras, Laura Dinelli, Emilia Philippot, Jacqueline Munck, Klaus Albrecht Schroder.

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