«Venerdì 26 marzo ci siamo presentati a Palazzo di Città, su invito del Sindaco Cannito, per ascoltare le determinazioni assunte dall’Amministrazione nei confronti dell’istanza degli oltre 6000 cittadini barlettani, che con le loro libere e consapevoli firme, ci hanno delegati a rappresentarli». Il Comitato di quartiere zona 167 interviene all’indomani dell’incontro avuto con l’amministrazione comunale e trasmesso in diretta streaming su Facebook.
«Ciò che è accaduto, evento forse non compreso da tutti i presenti, è che, per la prima volta  vi è stato il coinvolgimento dei cittadini, o quantomeno di una parte di essi, per il tramite del Comitato di Quartiere 167, nell’ambito decisionale dell’amministrazione, inerente scelte che vanno indubbiamente ad incidere e/o  modificare la quotidianità di quei cittadini.
Tanto, per chi non l’avesse chiaramente capito, può e deve essere considerato solo un valore aggiunto, per consentire agli amministratori di verificare e toccare con mano quelle che sono le reali esigenze dei cittadini. La partecipazione dei cittadini, in determinate decisioni amministrative, non deve essere  in mala fede, vista come un ostacolo, o ostruzionismo dell’attività amministrativa, ma vuole solo portare gli amministratori a non fare scelte sbagliate le cui conseguenze ricadrebbero, inevitabilmente, sugli incolpevoli cittadini.
Sin dall’inizio attraverso la stampa abbiamo affermato con fermezza un principio, a nostro avviso sacrosanto, che, pur essendo assolutamente d’accordo sulla utilità di creare dei Centri di Raccolta Rifiuti nella cinta urbana, gli stessi devono comunque essere localizzati ad una distanza congrua dalle civili abitazioni, dalle parrocchie, dalle scuole e dalle attività commerciali, e, più specificatamente,  non a ridosso delle stesse o nel cuore di un quartiere, ma piuttosto a ridosso del quartiere.
Questo resta comunque un punto fermo e inemendabile per i cittadini, anche per il futuro imminente, al di là delle arzigogolate e a tratti incomprensibili argomentazioni, snocciolate a turno da politici e tecnici che,  artatamente, hanno inteso percorrere la strategia del Don Abbondio di manzoniana memoria, quando usava il “latinorum” per non farsi comprendere dai fedeli.
Lo streaming dell’incontro, da noi sollecitato e concesso dall’amministrazione, ha consentito, con la massima trasparenza, la possibilità per i cittadini di giudicare direttamente il modus operandi di chi li amministra, ma dai commenti giuntici non c’è da stare allegri e non possiamo che essere d’accordo. Va evidenziato che l’amministrazione nella mail di invito ha espressamente richiesto una nostra delegazione di massimo 5 persone, mentre siamo stati accolti da una moltitudine tra consiglieri comunali, assessori e astanti vari, anche in barba alle norme sul distanziamento COVID19, ma in ogni caso, la volontà di un confronto ci ha spinto a rimanere.
Abbiamo registrato lo strenuo sforzo del Sindaco di tenere bassi i toni, nel tentativo di cercare un punto di condivisione con il Comitato, ma di converso vi è stato chi, nel tentativo di fare una disperata arrampicata sugli specchi, come per esempio il Presidente del Consiglio, con arroganza e con tono minaccioso, lo ha reso vano,  nella speranza forse di accendere gli animi, specie quelli dei cittadini, che hanno voluto continuare a mantenere bassi i toni, dando ancora una volta esempio di civismo e rispetto per le istituzioni oltre che fedeltà alla buona educazione.
Attendiamo con trepidazione le nuove determinazioni che l’amministrazione vorrà comunicare agli abitanti della zona 167  confidando in un reale accoglimento delle istanze sin qui presentate».