Miopia istituzionale”: è così che è stata definita la vicenda relativa alla costruzione di un ipermercato pertinente alla filiale LIDL nei pressi delle Mura di San Cataldo, nelle vicinanze del maniero di Federico II. Tante erano state le proposte, giunte puntuali già la scorsa estate, con l’obiettivo di valorizzare quell’area, ipotesi satelliti intorno ad uno snodo centrale: quello del verde pubblico. In particolar modo il Laboratorio di Immaginazione Urbana, con la collaborazione dell’associazione culturale Free Walking Tour Barletta, si era fatto promotore di un progetto che avrebbe coinvolto l’intera fascia litorale barlettana, un ipotetico tessuto connettivo tra litoranea e città che vedeva nel Parco delle Mura di San Cataldo il primo passo decisivo. A distanza di poche settimane dalla pubblicazione dei rendering, ciò che spiazza è l’inerte immobilità dell’amministrazione comunale dinanzi alla costruzione del punto vendita.

In proposito abbiamo consultato Gennaro Calabrese, assessore alle Politiche infrastrutturali, Lucia Ricatti, assessore alle Manutenzioni urbane e Rosa Tupputi, assessore all’Edilizia pubblica e privata. Unanimi, hanno affermato di aver appreso la notizia della costruzione solo domenica sera, e che è stata loro tempestiva premura verificare la correttezza degli atti, da cui non sono emerse problematiche da un punto di vista procedimentale.

«Non abbiamo gli strumenti e i mezzi – affermano – a livello tecnico e legislativo per poter bloccare il procedimento. Qualche settimana fa abbiamo approvato in giunta diversi progetti per la Qualità dell’Abitare, tra cui quello riguardante il fronte mare. Se l’avessimo saputo prima, avremmo cercato il modo di poter chiedere ai titolari di realizzare quel progetto da un’altra parte, saremmo intervenuti su questo se avessimo saputo che fosse in corso un permesso di costruire che cozzava con l’idea iniziale. Avremmo dunque tentato di trovare un accordo coi soggetti che sono titolati, stando a quello che le carte ci dicono, a poter realizzare quella ristrutturazione (di abbattimento e ricostruzione come consente la normativa)».

Stando a quanto rilevato dal confronto con gli assessori, ad essere vincolante è proprio il piano regolatore di Barletta: «Il nostro piano regolatore risale a molti anni fa. Questo permesso è stato dato prima che si riuscisse a realizzare il nuovo Pug (Piano Urbanistico Generale). Il nostro Pug stabilisce che quella zona sia adibita ad urbanizzazioni secondarie, prevedendo la presenza di una media struttura M2 che in quell’area esisteva già e aveva quella destinazione, non c’è stata una variazione».

E per quanto riguarda il “Parco Urbano”? «Noi lo abbiamo presentato come finanziamento e se dovesse essere approvato si farà. Aspettiamo notizie dai tecnici per sapere se impatta con il permesso richiesto e se va a pregiudicare parte di quel progetto. Una cosa non dovrebbe escludere l’altra, in quanto se ne stanno occupando gli stessi tecnici che lavorano all’interno degli uffici per rilasciare i permessi, per cui sapranno se uno dei due invalida l’altro, dopo aver sentito la commissione paesaggistica. Avremo maggiori certezze martedì».

Non sembrerebbero esserci rimostranze, eppure i cittadini sono indignati e in disaccordo, al punto che pochi giorni fa è stata ideata la petizione “Costruiamo insieme il parco che non c’è”, una raccolta firme con destinatario il primo cittadino Cannito. Capofila la presidente provinciale Bat di “Italia in Comune” Grazia Desario, che ha esposto ciò che “non torna” in questa intricata vicenda, rimarcando contraddizioni e discordanze.

«Preliminarmente – dichiara – vorrei sottolineare che quanto è accaduto in questi giorni, in merito alla costruzione di un ipermercato praticamente nel fossato del nostro Castello, è davvero sconcertante. Nonostante le continue attenzioni esercitate negli anni dalle varie amministrazioni nei confronti di questa area, con progetti, concorsi, partecipazioni a bandi (non ultimo quello del SISUS), con assoluta spregiudicatezza il Comune rilascia un’autorizzazione di ristrutturazione “leggera”, affinché si costruisca un ipermercato M2 in un’area di vitale e di strategica importanza paesaggistica, senza che la cittadinanza ne fosse a conoscenza, ben sapendo che questo intervento avrebbe pregiudicato nel futuro la creazione del Parco Urbano della città di Barletta che va dal Castello arrivando a Porta marina fino a tutta la Litoranea di Ponente».

Qual è allora la proposta che si auspica di rilanciare all’attenzione dell’amministrazione con la petizione? «La proposta che lanciamo al Sindaco Cannito – prosegue – e all’ amministrazione è di fermare questo scempio e cercare con la proprietà un luogo alternativo per questo insediamento. I vantaggi dal punto di vista economico, culturale, e di difesa del paesaggio sarebbero notevoli. Basti pensare che tutte le città che hanno avuto la lungimiranza di preservare il loro centro storico e le bellezze naturali e paesaggistiche proteggendo tali tesori con un Parco Urbano come “Lucca, Ferrara oppure, per restare in Puglia, come Lecce ed Otranto, hanno visto aumentare enormemente il flusso turistico e migliorare la qualità di vita dei cittadini”, così come dichiara il gruppo di giovani tecnici del Laboratorio di Immaginazione Urbana».

Perché quindi costruire in quell’area un ipermercato sarebbe un errore? «Vorrei rispondere a questa domanda con alcuni stralci che la società dei F.lli Dipaola scrisse nel documento di partecipazione al Bando SISUS al Comune di Barletta nel 2017, volendo scambiare la propria area con altre e relative cubature in zona 167: “A tale area si accede attraverso una strada a valenza paesaggistica (Codice di riferimento regionale PAE003 del PPTR), interessata oltre che dal BP “Territori costieri 2 anche dal BP” immobili e aree di notevole interesse pubblico”. Il PPTR, prevede per il bene paesaggistico “territori costieri”, il perseguimento di obiettivi di qualità e normative d’uso finalizzate al recupero e alla valorizzazione ambientale, paesaggistica ed ecologica del bene stesso.  “[…] Con la cessione spontanea condizionata del nostro sito produttivo al Comune di Barletta di circa 8.000 mq, […] , si concorre innanzitutto ad ampliare decisamente il parco Urbano del castello con la sua “rinaturalizzazione” e “ripermeabilizzazione” a parco urbano quale forte sostegno sia alla rigenerazione fisica, economica e sociale della comunità sfavorita nella zona urbana di Barletta per la cronica carenza di spazi verdi, che alla conservazione, protezione, promozione e sviluppo del patrimonio naturale e culturale della zona”. Sottoscrivo in toto quanto affermato dai F.lli Dipaola e invito il Sindaco e l’amministrazione a farle proprie».

E conclude: «Un’ultima osservazione, se mi è concesso, di natura tecnica, e di questo chiedo il conforto a tutti i tecnici di Barletta:

L’Autorizzazione n. 759 del 27.01.2020 della Soprintendenza e l’Autorizzazione paesaggistica n.9 del 04.05.2020 e principalmente l’Atto Endoprocedimentale n.18 del 2020, come si conciliano con la nuova disciplina dell’art. 3 comma d) del D.P.R. 380/2011 modificato dal Decreto Semplificazione del settembre 2020 che recita testualmente […]. Rimane fermo che, con riferimento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42, nonché, fatte salve le disposizioni legislative e degli strumenti urbanistici, a quelli ubicati nelle zone omogenee A di cui al decreto del ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai piani urbanistici comunali, nei centri e nuclei storici consolidati e negli ulteriori ambiti di particolare pregio storico e architettonico, gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove siano mantenuti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente e non siano previsti incrementi di volumetria. Per maggior trasparenza degli atti, chiedo al Sig. sindaco la pubblicazione dei progetti ante e post opera depositati, e se le Autorizzazioni rilasciate hanno ancora validità».

Sicuri di una concertazione bendisposta e proficua tra l’amministrazione comunale e la collettività dei cittadini barlettani, non ci resta che aspettare l’epilogo definitivo di questa vicenda.

A cura di Carol Serafino