Arte come panacea, arte come contrattacco, arte come rivelazione, come comunicazione: perché se qualcosa possiamo contro le malefatte dell’uomo, è imprimere emozioni, sentenziose contestazioni, ribellione sui luoghi di tutti, muri, marciapiedi, pareti, lasciare un segno del nostro passaggio in un’era di frammentarietà. Barletta ha il suo tessuto connettivo, un policromo menabò della sua storia, attraverso l’arte di Borgiac, al secolo Giacomo Borraccino, stimato artista locale.

Già in passato aveva sferrato coi pennelli la propria “insurrezione” contro la guerra in Ucraina. In questi giorni è tornato a dipingere, ispirato da squarci di vita vera, da incontri decisivi, forse dilanianti. Una madre e un bambino ucraino hanno guidato le sue mani nella realizzazione del nuovo murales che ora si stende lungo la litoranea di Ponente, nella zona del porto. Ad essere ritratto è il viso di un bambino, con lo sguardo vitreo, che sembra inerte, algido, cristallizzato nell’indifferenza, alienato dall’esistenza poiché per lui, esistere, equivale ad una promessa di morte.

«L’incontro con un bambino ucraino e sua madre a Barletta mi ha impressionato – rivela l’artista –. Mi ha trafitto il suo sguardo, di dolore e spavento, come se avesse finito di piangere tutte le lacrime. Ho pensato che avesse un urlo muto insopportabile contro la guerra, contro le guerre, sia a Est che a Ovest, in tutto il mondo. Un urlo contro le armi. Penso che chi subisce qualcosa del genere si porti una cicatrice profonda nel cuore e non so se poi possa riuscire ad amare in un prossimo futuro. Speriamo che questo orrore finisca presto».

A cingerlo, i colori della bandiera ucraina, stendardo inamovibile nel cuore di chi è vicino all’eccidio che ha devastato quel popolo. Alle sue spalle, l’orlatura di piccole casupole in lontananza, forse simbolo di una casa a cui ha dovuto girare le spalle. Il suo sguardo, un silenzioso altoparlante.

E se l’arte rende vivido un volto dipinto sulla pietra, è inumano che la vita, al contrario, condanni visi veri a diventare.. di pietra.

 

A cura di Carol Serafino