Ci siamo più volte occupati del verde pubblico della città e soprattutto del grande patrimonio arboreo qui presente. La necessità di coniugare bellezza, salubrità dell’aria, mitigazione del clima cittadino, ma anche sicurezza diventa un vero e proprio diktat per le amministrazioni pubbliche. Proprio in questi giorni stiamo assistendo alle ennesime cadute di alberi nel centro cittadino (pensiamo al grande olmo vicino alla chiesa del Carmine, all’albero di via Chieffi vicino al parco giochi, oltre ai recenti casi in via Vitrani ). Gli esperti riferiscono la necessità di poter godere di un quanto più vasto patrimonio arboreo soprattutto nelle città densamente trafficate e cementificate; ma chiaramente bisogna affidarsi ai tecnici per scegliere le qualità migliori degli alberi da piantumare (magari quelli che hanno radici più profonde e resistenti) e soprattutto curarle negli anni.

Infatti pare che sia proprio ciò che è mancato in questi anni a Barletta: «Noi denunciamo da anni una gestione abbastanza approssimativa, diciamo una gestione “a braccio” senza grandi indirizzi di competenza di cui oggi paghiamo un prezzo troppo alto – così Lello Corvasce di Legambiente Barletta – Il danno è stato fatto per tanti anni e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Oggi dobbiamo chiedere che si faccia una valutazione sul patrimonio presente, almeno sugli alberi che hanno già qualche segnale di cedimento».

Durante l’ultimo Consiglio comunale, il Sindaco riferì che il Tavolo ambientale Interistituzionale messo in campo aveva tra i prossimi obiettivi quello del censimento del patrimonio arboreo cittadino: ben venga, strumento fondamentale per calcolare al meglio sia gli interventi da porre in essere sia i relativi costi da mettere in Bilancio e sia il punto di partenza, ma oltre ad un censimento bisognerebbe fare una valutazione sullo stato di salute sui singoli alberi. Infatti, per esempio, salute precaria dell’olmo vicino alla chiesa del Carmine era già un campanello d’allarme. «Abbiamo un’agronoma da qualche tempo al Comune – prosegue Corvasce – che speriamo possa prendere a pieno titolo la gestione del verde, e credo che non si possa dare colpa agli alberi né alla loro qualità e né dove e come sono stati piantati, l’unica colpa è il modo con cui sono stati gestiti per decenni e ci auguriamo che a questo tecnico ingaggiato dal Comune le diano il giusto spazio per poter fare bene il suo lavoro. Ovviamente non si parla più di casi isolati ma di vere e proprie emergenze e ci auguriamo che l’Amministrazione prenda provvedimenti seri e un impegno di spesa economica importante per fronteggiare questa emergenza». È chiaro che questa situazione di emergenza richiede risposte celeri, non risolvibili solo con il censimento, ma questo deve dettare una strategia di gestione del verde pubblico.