In questi giorni si va celebrando a Barletta la rievocazione della Disfida (avvenuta il 13 febbraio 1503): memorabile scontro cavalleresco tra italiani e francesi. L’Italia, alla fine del Medioevo, è una polveriera divisa in tanti piccoli Stati, dove l’equilibrio mantenuto nei secoli precedenti rischia di crollare, soprattutto dopo la morte di Lorenzo de’ Medici e per le ambizioni di Ludovico il Moro, divenuto signore di Milano. Fa seguito, nell’Italia meridionale, una guerra franco-spagnola, comunque all’interno della seconda guerra d’Italia, non trovandosi chiari accordi per la ripartizione del dominio di quest’area.

Grande la tradizione libraria ma anche cinematografica che ha voluto insistere nei secoli su tale vicenda. Infatti, la fortuna più grande arriva con il romanzo di Massimo d’Azeglio Ettore Fieramosca o La Disfida di Barletta del 1833: l’argomento del romanzo storico si calava perfettamente in quella retorica risorgimentale accrescendo il senso dell’Unità nazionale, da costituire politicamente. Il romanzo è incentrato sul personaggio principale di Ettore Fieramosca, com’era consuetudine in quel periodo; ma, aggiungendovi una chiave romantica che avrebbe confuso sapientemente la veridicità dell’evento, inventando perlopiù luoghi e personaggi. Del romanzo si contano circa novanta edizioni fino ad oggi.

Tuttavia, il fatto storico si è facilmente adattato anche al linguaggio cinematografico nel ‘900. Del 1909 è la pellicola muta Ettore Fieramosca di Ernesto Maria Pasquali, che, con il racconto storico della sfida, c’è quello basato sul protagonista, osteggiato dal Valentino Borgia, che cerca di abusare della donna amata dal primo, Ginevra, concludendosi con un tragico finale; questa pellicola è andata perduta. Seguirà l’omonimo di Gaido e Paradisi del 1915, incentrato sul tradimento di Graiano d’Asti. Poi, durante il Ventennio fascista, in risposta ai kolossal americani, si colloca Ettore Fieramosca del 1938 diretto da Alessandro Blasetti, liberamente ispirato al romanzo di d’Azeglio, per esaltare la figura del condottiero come un “eroe nazionale”, battutosi contro lo straniero; accanto ai protagonisti c’è un giovane Gino Cervi.

Di contenuto diverso, ma destinato a un successo maggiore anche all’estero, il film del 1976 Il soldato di ventura diretto da Pasquale Festa Campanile, per una produzione italo-francese: nei panni di Ettore Fieramosca, c’è un giovane Bud Spencer. La trama fa un libero resoconto della vicenda, con risvolti anche comici, girando in diverse località italiane tra cui proprio Barletta.