Come annunciato da un comunicato ufficiale del Comune di Barletta a inizio settembre, si sta procedendo con “i lavori di potenziamento della pubblica illuminazione nel centro storico della città”. Il progetto che prevede la sostituzione di ben 340 delle vecchie lampade arancioni, a vapori di sodio ad alta pressione con altrettante lampade a LED, è frutto di un finanziamento di fondi regionali POR-FESR cui parteciparono i comuni capoluogo di provincia già nel 2014.

«Le lampade permetteranno un importante risparmio di denaro pubblico in termini di minor consumo di energia con emissioni di CO² ridotte del 30%, minore manutenzione e maggiore durata delle lampade», questo comunicava il sindaco Cannito per annunciare l’avvio dei lavori. Bene, bravi, ottime intenzioni, giustissime motivazioni sia in termini di risparmio economico che energetico.

Lampione del vecchio tipo con illuminazione non ancora sostituita

In questi giorni stanno pian piano proseguendo nei lavori, e le differenze iniziano a farsi notare. Proprio per questo ci siamo chiesti: ma la nuova illuminazione piace ai barlettani? Molte delle persone, da noi interpellate, non paiono convinte: il giovane Bruno, seduto a un tavolino del centro-storico, ci dice «L’illuminazione in generale è molto più scarsa rispetto a prima», e prosegue Marco che passeggia con la sua bicicletta «Le nuove luci illuminano solo al di sotto e le facciate dei palazzi storici vengono lasciate al buio», il che crea un effetto poco accogliente rispetto all’illuminazione precedente. La signora Gianna, mentre attraversa frettolosamente con sua figlia adolescente: «Via Cavour sembra tornata ai decenni passati in cui era scarsamente illuminata», ed Enzo, un anziano frequentatore del centro-storico dice «Secondo me fanno meno luce, sicuramente meno atmosfera di gioia, bellezza e sicurezza».

Insomma bisogna capire se l’intendimento va nella direzione dell’estetica, elemento ugualmente importante come gli altri e che merita attenzione e priorità, soprattutto quando si tratta della valorizzazione di spazi antichi come il centro storico. Condivisibili restano le priorità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, ma non sia chiesto sempre di abituarsi al peggio come avvenuto in passato per l’illuminazione discutibile di altri punti della città come piazza Aldo Moro, via Roma o la stessa piazza Federico II di Svevia.