Dodici anni sono passati da quel dolorosissimo 3 ottobre 2011 alle 12,21, quando il crollo di via Roma segnò una profondissima cicatrice nella memoria di Barletta, segno indelebile che lascia un vuoto fisico e nella coscienza collettiva. Oggi la consueta commemorazione, nel ricordo delle cinque vittime, cinque giovani donne per il crollo di quella palazzina, Maria, Antonella, Matilde, Giovanna e Tina.

In questo giorno si vogliono commemorare tutte le vittime della mala edilizia a Barletta, unendo al ricordo altri dolorosi episodi come il crollo di via Magenta e quello di via Canosa degli anni 50: «A tal proposito stamattina porterò proprio un mazzo di fiori anche in via Canosa. Non è solo un ricordo ma anche un monito a noi amministratori a far si che tutte le procedure amministrative e tecniche siano realizzate nei migliori dei modi per evitare che simili crolli possano non accadere più, perché purtroppo la città detiene questo triste primato di crolli di palazzi con vittime» così è intervenuto il sindaco Mino Cannito offrendo un mazzo di fiori per commemorare le vittime sul luogo dell’accaduto, e riguardo alle possibilità di realizza qualcosa in quello spazio: «Non abbiamo ancora un progetto anche perché l’iter giudiziario non è ancora definito, però l’idea nostra è quello di far diventare questo luogo un simbolo della mala costruzione e quindi un monito a tutti noi di stare attenti a che simili episodi non accadano più nella nostra città, anche se purtroppo possono ancora accadere perché Barletta ha palazzi molto vecchi e quindi non dobbiamo mai abbassare la guardia nella sicurezza dei luoghi residenziali». L’iter giudiziario non è ancora terminato, ci sono ancora dei ricorsi in Cassazione e richieste di risarcimento «Tra l’altro il Comune di Barletta – ha concluso Cannito – si dovrà rivalere sui responsabili perché al nostro Comune è stato imposto dal giudice di ristorare, in attesa della conclusione di tutto, i familiari delle vittime».

Presenti alla cerimonia il parroco della vicina chiesa di Sant’Agostino don Roberto Vaccariello, le principali autorità locali politiche e militari.

«La nostra testimonianza serve a ricordare affinché non succeda più. Una cosa importante vorremmo che accada, che si facesse un pò di pulizia nel luogo del crollo e che ci sia un piccolo giardino con panchina e albero in ricordo delle vittime», dichiara ai microfoni presenti una parente delle vittime Lucia Zaza.