“C’è chi accetta rassegnato e distratto il perpetuarsi dei toni trionfalistici delle eterne inaugurazioni di qualcosa, – questa la nota politica a firma de “La prima radice” e di alcuni partecipanti del gruppo: Luigi Dicataldo, Raffaele Fiore, Francesco Francavilla, Franco Fucci, Luca Lacerenza, Alessandro Porcelluzzi, Raffaella Porreca Salerno, Matteo Rizzi, Caterina Spadafora, Dora Tarantino, Roberto Tuosto, Nicola Ventafrida, Giuseppe Vischi, Ignazio Vitrani – il vuoto ideologico e l’insipienza amministrativa del governo cittadino nostrano, animato solo da qualche scossone, da frequenti crisi oramai diventate strutturali e funzionali al sistema.

E c’è chi invece, come i firmatari di questo primo intervento del gruppo “La prima radice”, intende protestare, resistere ed incalzare, chiamando a raccolta eventuali volenterosi, portatori di spirito civico, che abbiano voglia di leggere seriamente il processo involutivo che ha colpito la città e ha schiacciato, sequestrato e privatizzato la politica. Sugli scranni di Palazzo di Città e nelle botteghe della politica, invero sempre più rarefatte a favore delle private dimore dei capibastone, con un ceto che si autoriproduce per cooptazione all’ombra di un potere che cattura adepti per bisogno o privatissimi interessi, la vita democratica si è spenta ed è affondata in un diffuso senso di solitudine e rassegnata impotenza.

Vorremmo provare a fare da sponda a chi le virtù civiche abbia voglia di esercitarle per una cittadinanza attiva che confezioni nuovi tempi e nuovi spazi di democrazia e si inventi nuova bellezza per tutto ciò che è bene comune. Attendiamo segnali da singoli e gruppi per incontrarci, discutere in libertà e, alla bisogna, farci opposizione e forza d’urto contro le mancate risposte del governo cittadino, gli ingiustificati ritardi, le manovre fuorvianti, l’ignavia e la improduttività. Il potere cittadino, che dall’urna non ha ricevuto deleghe per tutto e per sempre, e che deve rappresentare tutti, ha l’obbligo di dibattere con la città sulle grandi questioni ed i grandi temi urbani ed offrire risposte chiare e trasparenti.

Obblighiamolo, obblighiamoli: Sindaco e maggioranza, invece di ricorrere a continui rimpasti, al rimescolamento continuo di deleghe (affidando, come avvenuto sinora, le funzioni che contano in base al solo criterio della fedeltà), dovrebbero invece favorire l’apporto delle competenze, aprirsi a esperienza ed intelligenza, sovrabbondanti in città e patrimonio comune.

È tempo di individuare cause e rimedi del declino progressivo e della perdita della primazia nel territorio, di cogliere le responsabilità individuali e collettive che sono della politica, dell’imprenditoria che vive all’ombra del potere, degli intellettuali in sonno e della società civile distratta ed assente. Stelle polari della nostra azione, e che auspichiamo diventino patrimonio comune, saranno: merito, rigorosa etica pubblica, trasparenza amministrativa, urbanistica sana e senza ulteriore consumo di suolo, gioiosa vivibilità urbana, intransigenza ambientale. Chi può ed ha spirito civico alimenti un contagio virtuoso. Si tratta di difendere la nostra grande storia ed identità, e noi lo faremo con interventi mirati, contro chi produce irresponsabilmente declino senza futuro.

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